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Giovedì, 18 Aprile 2024
Mafia Oreto-Stazione / Piazza Guadagna

Baci in fronte e processioni "deviate": l'ascesa del Profeta della Guadagna dopo il carcere

I retroscena dell'operazione "Stirpe", che ha portato all'arresti di 5 persone oltre al boss del mandamento Santa Maria di Gesù. Sequestrate 3 ditte di trasporti. Estorsioni, affidate al figlio, e rapine violente: ecco come si foraggiava il clan. Il Questore: "Scene della mafia di 20 anni fa"

Gli sono bastati sei mesi dalla scarcerazione per riprendere in mano le redini della cosca e ricostituire una squadra possente, pronta a tutto per denaro e potere. L’impero di Salvatore Profeta, rimesso in piedi nel 2011 dopo la revisione della sentenza che lo condannava all’ergastolo per la strage di via D’Amelio, è caduto nuovamente all’alba di oggi quando gli uomini della squadra Mobile hanno arrestato il boss della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù e gli altri esponenti di spicco, tra i quali Rosario e Antonino Profeta, rispettivamente nipote e figlio del “padrino” della Guadagna, Giuseppe Galati e Francesco Pedalino. Erano loro, secondo quanto ricostruito dagli investigatori a gestire le attività della cosca, tra estorsioni, droga e attività intestate a prestanomi per fornire liquidità ai business malavitosi. “Ciò che abbiamo registrato - spiega il questore di Palermo Guido Longo - è stata la fibrillazione nel mandamento dopo il ritorno in auge di Profeta. Scene e dinamiche che ci hanno fatto piombare tra la mafia di 20 anni fa”. Nella notte infatti una folla di persone si è riversata in strada per salutare il boss mentre i poliziotti lo stavano portando in Questura (GUARDA IL VIDEO)

LA GENESI - L’indagine, culminata con i sei arresti di stamattina nell’ambito dell’operazione “Stirpe” (VAI ALL'ARTICOLO), è stata avviata nel 2011. Salvatore Profeta era tornato in libertà nell’ottobre di quell’anno, dopo il la revisione della sentenza definitiva con cui era stato condannato all’ergastolo per la strage di via D’Amelio. Dopo la morte del boss Giuseppe Calascibetta, Profeta era tornato più forte che mai alla Guadagna, occupandosi di ricostruire le gerarchie e assoldare nuove leve. “La zona - aggiunge Longo - è stata in pieno fermento, esprimendo giovani determinati e pronti a tutto, capaci di proporsi con azioni cruente per attirare l’attenzione dei vertici mafiosi”. Durante la carcerazione di Salvatore Profeta, le redini erano state affidate al nipote Rosario che, spiegano dalla Questura, ha dato “dimostrazione di particolare spregiudicatezza, mostrando di non avere alcuna remora nell’uso delle armi”.

LE ATTIVITA’ - La violenza e le pistolettate hanno caratterizzato alcuni episodi tra rapine, estorsioni e assalti armati, necessari per foraggiare le casse del mandamento. Senza comunque dimenticarsi del florido business della droga. Ma non era questo l’unico modo di ottenere le risorse necessarie per mandare avanti la baracca. “Abbiamo sequestrato - spiega il capo della squadra Mobile Rodolfo Ruperti - tre ditte che si occupavano di trasporti, intestate a prestanome che facevano in qualche modo capo a Profeta, che invece risultava nullafacente e nullatenente. Sono la ‘MG delivery express’, la ‘DP delivery express’ e la PW distribuzione’, due con sede a Villagrazia e una vicina proprio alla Guadagna”. Tra mezzi, conti correnti e sedi sono stati messi sigilli a beni per circa un milione di euro.

Mafia, colpo al mandamento di Santa Maria di Gesù

MAFIA "OLD STYLE" - Gli arresti, come disposto dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Alessia Geraci, su richiesta dei pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia Leonardo Agueci, Francesca Mazzocco, Caterina Malagoli e Sergio De Montis, sono serviti a bloccare un “uomo d’onore” temuto e rispettato alla Guadagna - sin dai tempi di Stefano Bontate - che insieme al nipote, al figlio, al genero aveva rimesso in piedi l’organizzazione dopo 18 anni di detenzione. Il riconoscimento del suo ruolo e del suo “peso mafioso” è stato da sempre incondizionato, avallato pure da altri esponenti mafiosi di spicco che, come documentato dalle indagini, hanno affermato la posizione di supremazia di Profeta sottoponendosi al “rito del bacio in fronte”. A sottolineare la caratura del personaggio un episodio emblematico, filmato in occasione della processione della Madonna Dormiente: il corteo religioso deviò il suo naturale percorso, in segno di rispetto, passando sotto il balcone dell’abitazione del mafioso (GUARDA VIDEO).

conferenza stampa arresto profeta-2ESTORSIONI "ROBA DI FAMIGLIA" - Le estorsioni erano prerogativa del figlio Antonino Profeta, che già da quand’era ancora minorenne ha occupato un ruolo fondamentale nelle estorsioni. Anche Salvatore Profeta e suo genero Francesco Pedalino si occupavano delle pressanti richieste di denaro, spesso accompagnate da atti intimidatori, nei confronti di un importante imprenditore palermitano del settore della distribuzione alimentare. La squadra di vertice veniva completata da Giuseppe Galati (già condannato per associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e rapina) e dal suo braccio destro Antonino Palumbo, ai quali era affidata la gestione della zona di via Oreto. Tutte azioni ricostruite e registrate dalla Sezione criminalità organizzata grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali e altri servizi sul territorio che hanno permesse di ricostruire gli equilibri della consorteria mafiosa.

LE RAPINE - Loro due, insieme a D.A. e L.G (sottoposti alla misura dell’obbligo di dimora), sono ritenuti i responsabili di una rapina violenta ai danni di un’agenzia di posta privata, che terminò con l’arresto in flagranza dei due esecutori materiali. “Il delitto che fruttò un bottino da 18 mila euro - aggiungono dalla Questura - venne compiuto con modalità particolarmente efferate: i criminali utilizzarono un coltello di grosse dimensioni, minacciarono inservienti e clienti dopo aver trascinato con violenza all’interno del locale una donna che, in compagnia del figlioletto, stava entrando”. Agli arrestati di oggi vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, rapina e violenza privata, aggravata dall’essersi avvalsi delle condizioni tipiche dell’associazione mafiosa.
 

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