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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le indagini

La latitanza e le cure di Matteo Messina Denaro, finisce sotto inchiesta un oncologo di Trapani

Il medico, Filippo Zerilli, è anche primario al Sant'Antonio Abate, dove sono state compiute delle perquisizioni. Da chiarire se chi si è occupato della salute dell'ex superlatitante che si sarebbe presentato con le generalità di "Andrea Bonafede" fosse in realtà a conoscenza della sua vera identità

Un secondo medico sarebbe indagato nell'ambito dell'inchiesta sui fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro, catturato lunedì scorso alla clinica Maddalena dopo 30 anni di latitanza. Si tratta - come riferisce l'Adnkronos - dell'oncologo trapanese Filippo Zerilli, che è anche primario del reparto di Oncologia dell'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani.

Secondo la Procura di Palermo, il medico avrebbe anche sottoposto l'ex superlatitante ad alcuni esami legati alla diagnosi del suo tumore. Anche da lui Matteo Messina Denaro si sarebbe presentato con le false generalità di Andrea Bonafede, indagato a sua volta per mafia.

Gli investigatori hanno perquisito lo studio di Zerilli e sono state compiute delle perquisizioni anche al Sant'Antonio Abate. L'obiettivo è capire se chi ha avuto in cura "Andrea Bonafede" fosse in realtà a conoscenza che si trattasse del capomafia di Castelvetrano.
Zerilli è il secondo medico a finire sotto inchiesta, dopo Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara, che aveva seguito anche lui "Andrea Bonafede".

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