rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia

Soldi e fiancheggiatori di Messina Denaro, perquisite anche le case di un ex avvocato massone

Controlli a tappeto per ricostruire la rete di persone che hanno potuto proteggere l'ex superlatitante e soprattutto per scovare documenti e il patrimonio di cui si è servito durante gli anni. Nel mirino pure le abitazioni di Antonio Messina, arrestato nel 2019 e poi assolto

E' una corsa contro il tempo quella degli investigatori che stanno cercando di individuare non solo l'ultima rete di fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro, ma anche documenti e soldi che potrebbero consentire di ricostruire la sua trentennale latitanza. Si moltiplicano per questo le perquisizioni in case e appartamenti, soprattutto tra quelle riconducibili a persone già note alle cronache giudiziarie per i loro contatti con l'ex superlatitante, tra cui c'è anche l'ex avvocato Antonio Messina.

Oltre alla casa della madre del vero Andrea Bonafede, il geometra di 59 anni che ha prestato l'identità a Messina Denaro e che è indagato per mafia, i carabinieri hanno passato al setaccio l'abitazione di Campobello di Mazara dell'ex legale Messina, 76 anni, che si trova in via Selinunte, ma anche la sua residenza estiva, a Torretta Granitola, e un altro immobile in via Galileo Galilei. Nel frattempo la polizia sta utilizzando anche il georadar per fare i controlli nel terzo covo, scoperto in via San Giovanni, sempre a Campobello, vicino all'abitazione dell'autista del boss, Giovanni Luppino (arrestato con lui), che è stato trovato completamente vuoto. Intanto, dopo il poster di Marlon Brando che interpreta il Padrino, spunta anche il quadro di Joker, con la scritta "c'è sempre una via d’uscita ma se non la trovi sfonda tutto", entrambi custoditi nel covo di vicolo San Vito, dove il boss ha trascorso gli ultimi mesi di latitanza.

Antonio Messina non è un personaggio qualsiasi: negli anni Novanta fu condannato per traffico di droga e nel 2019 era finito nuovamente agli arresti domiciliari (preso a Bologna dove ormai viveva). Messina, radiato dal suo ordine professionale e vicino alla massoneria, nel 2021 era stato poi assolto nell'ambito del processo "Eden 3", che ruotava proprio sulla figura dell'allora latitante Messina Denaro.

Il quadro con la frase di Joker trovata dentro il covo di Messina Denaro

Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Guido, hanno in mano dei documenti preziosi, soprattutto l'agenda e una serie di appunti trovati nell'ultimo covo del boss, in vicolo San Vito, a Campobello, con nomi, numeri e anche una sorta di contabilità. E come è stato accertato in queste ore, Messina Denaro avrebbe avuto una grande disponibilità di contanti: avrebbe pagato cash per esempio proprio la casa di vicolo San Vito 15 mila euro. Il suo tenore di vita - come dimostra il suo abbigliamento, dal giaccone all'orologio da 35 mila euro - era particolarmente elevato: dov'è dunque il suo tesoro?

Per il momento, a parte nell'ultima abitazione utilizzata dal mafioso, negli altri nascondigli non è stato trovato molto. Nel bunker nascosto dietro un armadio in via Maggiore Toselli, nella casa di Errico Risalvati, dove sono state trovate anche delle scatole vuote, si ipotizza che qualcuno abbia fatto sparire le cose più scottanti, anche perché l'immobile è stato nella disponibilità di chi vi abita per 48 ore tra l'arresto di Messina Denaro e il suo ritrovamento.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Soldi e fiancheggiatori di Messina Denaro, perquisite anche le case di un ex avvocato massone

PalermoToday è in caricamento