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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia

Arrestata la maestra Laura Bonafede: "Ha favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro"

La figlia dello storico boss di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede, sarebbe stata per anni la donna del padrino finito in manette lo scorso 16 gennaio. Indagata anche la figlia dell'insegnante

I carabinieri del Ros hanno arrestato per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall'aver agevolato Cosa nostra Laura Bonafede, 55 anni, maestra di scuola elementare e figlia dello storico boss di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede. Per anni sarebbe stata la donna di Matteo Messina Denaro e farebbe parte della rete di complici che ha protetto il capomafia durante la latitanza. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca de Leo. L'insegnante era già stata sospesa dal servizio.

Le immagini dell'arresto

E anche la figlia dell'insegnante, Martina Gentile, è indagata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Il padre di Martina è l’ergastolano Salvatore Gentile. La procura aveva chiesto per la ragazza gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l’istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, pur stigmatizzando i comportamenti della giovane, legata al capomafia da un forte rapporto di affetto. Il boss, Martina e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza di Messina Denaro.

La maestra e il boss: la storia nata nel '96 tra pizzini e incontri nel "tugurio"

Gli incontri al supermercato

In base ad alcuni pizzini, Laura Bonafede e Messina Denaro si sarebbero pure incontrati davanti al banco dei salumi e dei formaggi di un supermercato di Campobello di Mazara pochi giorni prima della cattura dell'ex superlatitante. I due per un periodo avrebbero addirittura abitato sotto lo stesso tetto. Il loro rapporto risalirebbe al 1996: una relazione che avrebbe sovvertito anche le regole della mafia, visto che la donna è sposata con l’ergastolano Salvatore Gentile.

Bonafede sarebbe stata insomma uno dei perni intorno al quale ha ruotato la clandestinità di Messina Denaro, già a partire dalla metà degli anni '90. La maestra è cugina del geometra Andrea Bonafede (l'uomo che ha prestato l'identità al boss), del dipendente comunale, anche lui di nome Andrea Bonafede, che ha provveduto a fargli avere le ricette mediche necessarie per le cure del cancro, e di Emanuele Bonafede, uno dei vivandieri del padrino arrestato insieme alla moglie Lorena Lanceri.

"Supporto logistico e morale al boss"

Dalle indagini è emerso che l'insegnante arrestata oggi "ha programmato con l'allora latitante una rigida e sicura organizzazione di fugaci incontri 'de visu' (perlomeno da novembre 2022 a gennaio 2023) e di paralleli 'scambi di posta', sempre in giorni e orari prefissati dal latitante". Da Bonafede e dalla figlia, inoltre, sarebbe arrivato "supporto logistico e morale" a Messina Denaro. Per la Procura di Palermo da parte di Bonafede e della figlia c'era una "totale adesione allo stato di clandestinità di Messina Denaro e alla sua volontà di sottrarsi alle condanne e ai processi". Una conclusione alla quale gli inquirenti sono giunti anche analizzando la corrispondenza tra l'insegnante e Messina Denaro, con quest'ultima che definiva "nemici" le forze dell'ordine.

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