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Rimasto ai domiciliari per Covid, finisce in cella il braccio destro del boss di Pagliarelli

Giovanni Caruso, ritenuto fedelissimo di Giuseppe Calvaruso, fermato a Pasqua al suo rientro dal Brasile, secondo la Procura avrebbe comunicato con persone non autorizzate durante la reclusione nella sua casa del Villaggio Santa Rosalia

Doveva finire in carcere più di un mese fa, ma quando i carabinieri si erano presentati a casa sua per notificargli il fermo legato all'operazione "Brevis" - quella con cui il giorno di Pasqua era stato bloccato al suo rientro dal Brasile il boss di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso - Giovanni Caruso era risultato positivo al Covid e così era rimasto ai domiciliari. Ora, però, oltre ad essersi negativizzato, avrebbe anche violato le regole e comunicato con persone non autorizzate mentre era recluso in casa e per questo è stato condotto in una cella di Pagliarelli.

Il procuratore aggiunto Salvatore De Luca ed i sostituti Federica La Chioma e Dario Scaletta, che coordinano l'indagine, hanno chiesto ed ottenuto un aggravamento della misura cautelare per Caruso che, secondo la loro ricostruzione, sarebbe il braccio destro di Calvaruso, l'uomo a cui avrebbe delegato la gestione del mandamento proprio dopo il suo trasferimento in Brasile.

Calvaruso, difeso dall'avvocato Michele Giovinco, aveva negato le accuse durante l'interrogatorio di garanzia, spiegando di essere "solo un imprenditore che cerca di lavorare". Non aveva negato la conoscenza con alcuni affiliati a Cosa nostra, come il vecchio capomandamento Settimo Mineo, arrestato a dicembre 2018 con il maxiblitz "Cupola 2.0" e di cui sarebbe l'erede, ma aveva spiegato che molti di loro erano amici d'infanzia o persone che aveva conosciuto in carcere.

A Caruso, secondo la Procura, il boss avrebbe intestato fittiziamente la "Edil Professional", una ditta edile con la quale sarebbero stati realizzati anche lavori nei punti di vendita di noti marchi. Ma Calvaruso sarebbe stato per gli inquirenti anche il gestore occulto del ristorante "Carlo V" di piazza Bologni, dove i carabinieri avevano documentato anche un pranzo di Mineo e della moglie.

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