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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia Bagheria

Prestiti con tassi da usura e minacce, dieci arresti tra Bagheria e Villabate

All'alba il blitz di carabinieri e finanza. Sgominata una banda che prestava denaro con tassi del 143% a persone in difficoltà individuate grazie alle informazioni fornite da una funzionaria di Riscossione Sicilia. Al centro dell'inchiesta la figura dell'avvocato Del Giudice, diventato un portavoce per i messaggi da veicolare all'esterno del carcere

C’era una funzionaria di Riscossione Sicilia che indicava le potenziali vittime. C’era un avvocato che portava fuori dal carcere i messaggi dell’”uomo d’onore” che rappresentava e infine c’era chi materialmente prestava i soldi e per poi tornare dai “clienti” pretendendone la restituzione, a volte usando le cattive. I carabinieri della compagnia di Bagheria e i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria hanno arrestato questa mattina dieci persone (9 in carcere e una ai domiciliari) tra Bagheria, Ficarazzi e Villabate. Altri undici gli indagati a piede libero.

Tra gli arrestati lo storico capo del mandamento di Bagheria | video

I militari dell’Arma e i finanzieri, al termine delle indagini avviate ad aprile 2018 e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito un’ordinanza del gip a carico di: Giuseppe Scaduto, (75 anni, già capo mandamento di Bagheria e all’epoca agli arresti domiciliari), Atanasio Alcamo (45 anni, già imputato per 416 bis), Giovanni Di Salvo (42 anni, considerato il capo dell'organizzazione), Alessandro Del Giudice (53 anni, avvocato), Simone Nappini (51 anni, imprenditore), Giovanni Riela (48), Gioacchino Focarino (79), Antonino "Gino" Saverino (66), Antonino Troia (57), Vincenzo Fucarino (74, l'unico ai domiciliari).

Sono accusati a vario titolo di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al delitto di usura, usura ed estorsione aggravate dalla metodologia mafiosa e trasferimento fraudolento di valori. Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo delle quote di una società, un locale commerciale adibito a laboratorio con relativo terreno e un il bar-tavola calda "Antica caffetteria Santa Rosalia" di Villabate con annesso chiosco, per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro.

L'avvocato intercettato: "Io produco, mi dai 2 mila euro e ne faccio 6 mila"

L’operazione Araldo, si legge in una nota congiunta, è servita ad accertare l’esistenza di un “sodalizio dedito all’usura” che cercava le sue vittime  grazie al supporto informativo di una funzionaria di Riscossione Sicilia - tra persone “in evidente stato d’indigenza e in una chiara posizione di insolvenza”. A fronte del prestito elargito i “tassi variavano dal 143% e raggiungevano anche il 5.400% annuo”. Chi non pagava entro i termini, ricostruiscono gli investigatori, veniva minacciato dagli indagati che non perdevano occasione di ricordare ai clienti “la provenienza mafiosa del denaro oggetto di finanziamento”.

Le indagini sono state avviate ormai tre anni fa seguendo i movimenti dell’avvocato Del Giudice, “pienamente inserito - conclude la nota - nel suddetto sistema di erogazione illecita dei prestiti che, in qualità di legale di un ‘uomo d’onore’ della famiglia di Misilmeri, aveva assunto la veste di portavoce del proprio assistito detenuto per messaggi e direttive da veicolare fuori dall’istituto penitenziario, garantendogli la periodica comunicazione con gli altri associati e la gestione indiretta delle attività imprenditoriali”, in alcuni casi intestate a prestanome per reinvestire i soldi considerati “sporchi”.

"Un sentito ringraziamento alla magistratura, ai carabinieri e alla guardia di finanza che, ancora una volta, con grande professionalità hanno dimostrato come sia fondamentale non abbassare la guardia contro i fenomeni di estorsione e usura - dice il sindaco metropolitano Leoluca Orlando -. Che in questo tempo falcidiato dalla crisi pandemica trovano terreno fertile da parte delle organizzazioni criminali. Ma l'operazione è l'ulteriore conferma dell'importante presenza dello Stato sul territorio a tutela delle infiltrazioni mafiose nell'economia legale".

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