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Mafia Zen

I piani dei boss per le elezioni comunali del 2022: "Portiamo uno con la faccia pulita"

Dall'inchiesta "Bivio" emerge che il clan dello Zen già a maggio dell'anno scorso avrebbe deciso di puntare su un "militare" che, grazie alla politica, avrebbe potuto tornare a Palermo dal Nord. "Gli facciamo prendere questi 300 voti..."

Le elezioni comunali si terranno tra più di un anno, ma Cosa nostra avrebbe iniziato ad organizzarsi già a maggio dell'anno scorso: l'obiettivo sarebbe stato quello - ipotizzano gli investigatori - di piazzare una persona "pulita" che potesse però fare gli interessi dei boss. Ci sarebbero stati ben 300 voti disponibili per poter entrare in consiglio comunale oppure in un consiglio di circoscrizione. La vicenda politica emerge dall'operazione "Bivio", messa a segno martedì dai carabinieri contro il mandamento di Tommaso Natale.

In un'intercettazione del 15 maggio dell'anno scorso a parlare sono Giuseppe Cusimano e Francesco L'Abbate, che sono finiti in carcere con l'accusa di aver diretto la famiglia mafiosa dello Zen. E' il primo a suggerire il piano e ad indicare chi avrebbe dovuto essere appoggiato alle prossime elezioni comunali, un tale di cui viene anche fatto il nome: "Si sta portando... ora - dice Cusimano - portiamo a lui... che devi fare? Per le votazioni, almeno è un militare, l'hai capito fratè?".

Da una successiva conversazione, riportata nell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise, Dario Scaletta e Felice De Benedittis, si comprende che in realtà il progetto iniziale avrebbe previsto che a candidarsi avrebbe dovuto essere un fratello dello stesso Cusimano, ma qualcuno avrebbe sconsigliato questa ipotesi per evitare problemi. Meglio puntare - questo il suggerimento - su una persona "pulita".

Cusimano in questo caso parla con una persona che non è stata identificata dagli inquirenti: "Pure lui mi ha sconsigliato, dice: 'Non ti portare perché poi... ti fanno nuovo, ti fanno nuovo...'. Dice: 'Porta una persona pulita' e lui lo vuole fare perché lui vuole scendere pure... Mio fratello è e il problema è che è mio fratello... e stiamo portando a lui, che è un militare, lui già vuole scendere da Pordenone perché non trova di scendere, dice che solo con la politica può scendere".

In questo modo, quindi, si sarebbe unito l'utile al dilettevole: i presunti boss avrebbero avuto un "loro" uomo in Consiglio o in una circoscrizione, e l'uomo in questione avrebbe potuto tornare a Palermo dalla lontana Pordenone. Sempre nella stessa intercettazione, Cusimano parlava poi di un pacchetto di 300 preferenze: "Gli facciamo prendere questi 300 voti", affermava infatti. 

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