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Mafia Arenella-Vergine Maria

Orologi di lusso e riciclaggio per favorire la mafia, 12 arresti e sequestri per 2,6 milioni

Dopo l'operazione "Mani in pasta" di maggio scorso e il pentimento di Gaetano Fontana, considerato boss dell'Acquasanta, la guardia di finanza ha eseguito l'ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per un indagato e i domiciliari per altri 11. "Affari con gioiellerie e compro-oro a Londra, Milano, Roma e Palermo"

Gli investimenti di Cosa Nostra nel business del mercato nero degli orologi di lusso. Il nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza ha dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare e sequestro preventivo, emessa dal gip di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 15 soggetti. Uno va in carcere, 11 ai domiciliari mentre ad altri tre è stato imposto il divieto di espatrio e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le operazioni hanno riguardato Sicilia, Lombardia, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Eseguiti contestualmente sequestri per 2,6 milioni di euro. Nelle ultime settimane Gaetano Fontana, considerato boss dell’Acquasanta, si è pentito e ha deciso di collaborare con i magistrati.

Le indagini hanno consentito di "accertare gravi elementi a carico degli attuali indagati, alcuni dei quali della famiglia Fontana, storicamente egemone nei quartieri palermitani dell'Acquasanta e dell'Arenella del mandamento mafioso di Resuttana, in parte stabilita da anni a Milano. Sono stati accertati gravi elementi - spiegano le fiamme gialle - riguardanti il reimpiego di ingenti risorse finanziarie, provenienti dai reati commessi nel territorio palermitano, nel lucroso business del commercio in nero degli orologi di lusso, destinati a facoltosi clienti, "ponendo in essere artificiose operazioni finanziarie anche con l'estero, grazie a una fitta rete di relazioni d'affari con numerosi soggetti, tra cui stimati operatori del settore compiacenti esercizi di 'compro-oro' e gioiellerie ubicati su Londra, Milano, Roma e Palermo".

Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di favoreggiamento personale, riciclaggio, autoriciclaggio, con l'aggravante del reato transnazionale, nonché quella di aver favorito il perseguimento degli scopi illeciti di Cosa nostra. Tra i beni sequestrati il patrimonio e il complesso aziendale di una gioielleria di Milano e un Compro-oro di Palermo nonché dei saldi attivi di rapporti finanziari fino a concorrenza di 2,6 milioni di euro. Le complesse investigazioni costituiscono la prosecuzione dell'operazione "Mani in pasta" (maggio 2020) che aveva inferto un duro colpo al clan Fntana, eseguendo in tutta Italia 90 misure cautelari personali nei confronti di altrettanti soggetti a vario titolo indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse ed altri reati contro la persona e il patrimonio.

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