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Blitz contro il clan di Messina Denaro: "Bimbo sciolto nell'acido? Riina fece bene"

A parlare così - riferendosi al piccolo Giuseppe Di Matteo - è uno dei presunti fiancheggiatori del capomafia fermato dalla Dda di Palermo nel blitz di oggi che ha portato a 21 arresti nel trapanese. "Ha rovinato mezza Palermo quello... allora perfetto"

"Ha sciolto a quello nell'acido? Riina ha fatto bene". A parlare così, riferendosi al piccolo Giuseppe Di Matteo - non sapendo di essere intercettato - è uno dei presunti fiancheggiatori del capomafia Matteo Messina Denaro fermato dalla dda di Palermo nel blitz di oggi che ha portato all'arresto di 21 componenti delle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna, indagati per associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalle modalità mafiose.

Il figlio del pentito Santino, fu rapito, tenuto sotto sequestro per 779 giorni, ucciso e sciolto nell'acido per indurre il padre a ritrattare. La conversazione intercettata è del 19 novembre del 2017. "Se la stirpe è quella - risponde l'interlocutore - suo padre perché ha cantato?". Non contento, l'arrestato rincara la dose, parlando del padre del piccolo: "Ha rovinato mezza Palermo quello... allora perfetto".

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La parola torna all'interlocutore che risponde: "Il bambino è giusto che non si tocca, però aspetta un minuto ... settecento giorni sono due anni ... tu perché non ritrattavi tutte cose? Se tenevi a tuo figlio, allora sei tu che non ci tenevi". "Giusto! perfetto!...e allora ... fuori dai coglioni - gli fa eco l'altro - dice: 'io sono in una zona segreta, sono protetto, non mi possono fare niente...si a te... però ricordati coglione che una persona la puoi ammazzare una volta, ma la puoi far soffrire un mare di volte".

“L’operazione di oggi, denominata ‘Anno zero’ - si legge in una nota congiunta delle forze dell’ordine - si inserisce nel quadro della complessiva manovra investigativa finalizzata alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro anche attraverso il progressivo depotenziamento dei circuiti criminali di riferimento e il depauperamento delle relative risorse economiche”. 

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