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"Belli capelli", il boss al comando della Noce: "Pizzo anche a chi non riesce a mettere la pignata"

Giancarlo Seidita, già condannato per 416 bis, sarebbe tornato a guidare il clan dopo la morte di Giovanni Nicoletti, suscitando non pochi malumori. Dalle intercettazioni emerge l'attesa del Bonus 110% per fare dei lavori da parte dei mafiosi, ma anche il loro ok per occupare una casa abusivamente. "Per guidare un mandamento ci vuole saggezza..."

Completamente calvo, ma soprannominato ironicamente "belli capelli", un lungo passato in Cosa nostra, tra l'altro tra i fedelissimi dei boss Lo Piccolo, e - nonostante il carcere - anche grazie ad alcune congiunture, di nuovo al comando del mandamento della Noce. Giancarlo Seidita, raggiunto stamattina da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, avrebbe creato non pochi malumori, specie per la sua decisione di imporre il pizzo a tappeto, senza badare alle difficoltà dei commercianti. Avrebbe aspettato peraltro anche lui il Bonus 110% per fare alcuni lavori, segno che la misura - come è stato più volte denunciato - avrebbe fatto gola anche ai clan. Un'ascesa che non sarebbe stata gradita ad Angelo De Luca e Nicolò Zarcone, condannati di recente in primo grado nel processo nato dall'operazione "Padronanza" e vicini a Salvatore Alfano, condannato assieme a loro.

L'altro personaggio che emerge dall'inchiesta "Intero mandamento", coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Dario Scaletta e Giovanni Antoci, è Gugliemo Ficarra, anche lui pregiudicato per mafia, al quale qualcuno si sarebbe rivolto persino per poter occupare abusivamente una casa, e che avrebbe preteso da un imprenditore edile di essere assunto non per lavorare, ma per ritrovarsi senza far nulla i contributi per la pensione. Tra l'altro, Ficarra si vantava di essere riuscito a fare "carriera" in Cosa nostra nonostante la sua parentela con un ex agente della polizia penitenziaria, a dispetto dunque di una ferrea regola mafiosa e anche al prezzo di interrompere ogni contatto con la sua famiglia di origine.

Il pizzo a tappeto anche a chi non riesce "a mettere la pignata"

Dalle intercettazioni emergono non solo le "tecniche" per imporre il pizzo, ma viene anche delineato l'identikit di un boss autorevole e definiti i tratti di persone che possano essere realmente di fiducia. Zarcone criticava la strategia di estendere il pizzo a tappeto: "Finché ci escono mille euro di qua alla fine, cucì, da una parte... Però che tu vai... che li chiami e a malapena possono mettere la pignata, qua poi rompi i telefoni...". E aggiungeva: "Ora stiamo facendo l'autosalone e poi facciamo tutti i motori, poi tutte le biciclette, poi tutti quelli che aprono gli ambulanti... quello ci sta andando a gradazione, uno, due, tre, fino a quando ha tutte cose belle arrisittate...".

"La forza ce l'ha lui, belli capelli"

Era De Luca a chiamare Seidita "belli capelli", dicendo comunque che "questo ha un vissuto, non stiamo parlando di uno scimunito, scimunito non c'è e la forza ce l'ha, tutti con lui sono, perché sono usciti tutti insieme, tutti quelli che erano in galera... la ruota girò... tutti gli altri cento, tutti una cosa. La forza chi ce l'ha? Lui!". Alla morte del boss Giovanni Nicoletti, De Luca sentiva - anche se non avrebbe gradito - che a prendere il suo posto avrebbe potuto essere Seidita, cosa che si sarebbe poi effettivamente verificata anche per via dell'arresto di Alfano. E anche i funerali di Nicoletti sarebbero stati un'occasione per scalare posizione nel clan.

"Ci vuole saggezza per comandare un mandamento"

Seidita avrebbe infatti dato l'incarico alla ditta di Tommaso Castagna, escludendo quella riconducibile a De Luca ed intestata al fratello. "Tra l'altro Giancarlo (Seidita, ndr) stamattina mi ha chiamato e mi ha detto: 'Ti chiamerà Tommaso', quindi mettevi d'accordo, queste vergogne!", veniva riferito a Zarcone, proprio in relazione alla cerimonia. De Luca sarebbe stato consapevole che "non ce lo danno questo posto. Forse non haicapito che posto aveva lo zio (Nicoletti, ndr)... Il posto dello zio, non è facile che lo può prendere né iddu (Seidita, ndr) né qualche altro". E aggiungeva: "Ci vuole saggezza, personalità, ci vogliono tante cose... Noialtri neanche siamo considerati... Comunque ora a lui non è facile che glielo danno, tu glielo daresti?".

"Per questo posto ora escono mali discorsi"

E proseguiva: "Ti metti a posto un mandamento, che hanno un'occasione del genere. Io ti parlo del mandamento, non ti parlo né Altarello, né Malaspina... Ora lui mi dce: 'No, iddu per ora non si può muovere' perché sa cosa c'è sotto, ma non che non si può muovere per gli sbirri o cose varie, non si può muovere perché ora quello che mi dice a me 'ora per questo posto nascono discorsi, perché tu sì, quello no, quello qua, quello là, questo non è buono, quello è buono, ora escono mali discorsi'... Iddu si sta facendo la sua strada, ma non è che ti puoi mettere contro il mandamento, l'unico che poteva fare queste cose era lo zio, per il suo passato, per la sua storia, per la sua strada, ma ora non lo può fare più nessuno... Può essere che questo posto se lo mangia Totò (Alfano, ndr)", che però era stato poi arrestato.

"Appena si parte col 110 ti faccio lavorare..."

Un imprenditore chiedeva una sorta di raccomandazione a Seidita: "Gli ho fatto la villa (a Pierino Di Napoli, storico capomafia della Noce, tornato a Palermo nel 2020 dopo una lunga detenzione, ndr), ma tu mi devi fare lavorare? Non ne fai brutta figura, puoi prendere eventualmente qualche impegnetto lo puoi prendere..." e l'indagato replicava: "Non ti preoccupare... appena si parte col 110, stanno partendo tutti... Vacci che poi ci passo io, diglielo proprio espressamente: 'Vedi che mi ha mandato lui perché...'".

"Noi dobbiamo spaventare, non ci puoi andare col sorrisino"

Ficarra illustrava invece il modo in cui sarebbe dovuto chiedere il pizzo: "Non è che è una novità che noialtri dobbiamo spaventare, si devono spaventare loro no noi, ci devono pensare due volte" e Angelo De Stefano, arrestato anche lui stamattina: "Ma poi uno che fa? Ci deve alzare pure le mani?" e Ficarra: "Perché gli devi toccare il polso, perché è giusto che non ci puoi andare col sorrisino, ci devi andare pesante, vacci pesante...".

"Ho bisogno di una persona seria, pulita, non un crasto"

Ficarra si lamentava perché avrebbe fatto fatica a trovare persone "serie", a cui affidare incarichi di responsabilità: "Ho bisogno di una persona seria, di una persona pulita non un crasto, deve essere una persona pulita. Lo vedi tuo suocero (diceva a Vincenzo Landolina, arrestato pure lui, ndr), varrebbe 100, un miliardo tuo suocero, perché cosa inutile per com'è lo capisce u travagghiu, dice: 'Ma è una mezza pagnetta', le persone non ti guardano dall'altezza, perché se la fida a presentarsi e poi... Io sto prendendo tempo con questo, ma purtroppo che devo fare? Non ci crede nessuno, a me serve uno, due, mi servirebbero, quello, u picciuttieddu è troppo enorme, troppo, si manifesta troppo... Non va bene... Non è cosa di metterlo a parlare, quello è un proiettile che cammina... ma sempre due metri, già che si presentano sempre sgarbati... ci vuole la parlantina pure in questo lavoro...".

"Sono a questo punto anche se mio fratello era nella penitenziaria"

Il boss si vantava del fatto che la sua parentela con un ex agente penitenziario non lo avrebbe ostacolato nella sua ascesa nel clan: "Io specialmente che ho una situazione di famiglia, quella di mia madre e mio padre un po' particolare e io, essere a questo punto, vuol dire che no che ci ho messo il mio, ci ho messo il mio, più il mio e più! Perché con me è stata fatta una cosa che di regola neanche si poteva fare perché ho un fratello ex guardia carceraria, mi spiego? Io non lo tratto da 30 anni, ma io sono andato avanti sempre con tutto che c'è stato questo problema, altrimenti sarebbero già 50 anni che già fussi u patruni... Ancora dovevano nascere certuni, siccome sono cresciuto in queste famiglie e mi volevano bene da bambino e vedevano e sapevano le mie potenzialità, il mio modo di fare, di ragionare... perché loro mi hanno insegnato tante cose, sapevano che non centravo niente con quel discorso...

"Sono nato con questa mentalità"

Ficarra continuava: "Però c'era la regola che non si poteva andare oltre di questo, ma vedi che chi arrivava arrivava ci ammuntavano di me... 'e perché chi ci vorresti dire tu di lui? Sciacquati la bocca quando parli di lui', subito li zittivano. Ci sono delle regole, proprio regole che tu puoi valere un miliardo però hai questo problema, che non si può transigere, però siccome si è vista la mia costanza, non dico minchiate, che io di picciuttieddu io non mi parlavo più io non sono salito più a casa da mia madre per 20 anni.... Non è perché io ero già messo qua, no, no, era la mia mentalità... Ho preso a mio padre e gli ho detto: 'Ma che minchia sta facendo quello? L'hai vista questa faccia, ora non la vedi più' .. Ora le persone che avevo vicino e che mi conoscevano l'hanno vista questa cosa non è che non l'hanno vista, dice: 'Minchia già è nato con 'sta mentalità...".

La finta assunzione per avere la pensione

L'indagato avrebbe anche preteso di essere assunto in una ditta edile per poter maturare i contributi per la pensione: "Minchia, ho la possibilità hai capito cucì? Fino a quando è possibile dice: 'Un anno' non ammuccamu? Un anno lo accucchio da un'altra parte, ci devo arrivare... Annagghio la pensione". All'imprenditore che avrebbe dovuto assumerlo la cosa avrebbe provocato però qualche problema, tanto che spiegava al suo commercialista: "Se lo posso fare con la mia impresa sì, se no niente, dice: 'Ma lo puoi mettere in regola...', minchia proprio quello è, ho detto: 'Come si fa?', 'è in mezzo alla strada' e gli ho detto: 'Ma poi i contributi chi li paga?', dice 'No questo vediamo', ma vediamo chi? Che io neanche posso stare in piedi, come si fa? Allora digli che appena assumiamo un altro significa che dobbiamo andare a pagare per tre volte i contributi e non è possibile'".

L'autorizzazione per occupare la casa abusivamente 

Tra le varie autorizzazioni che sarebbero state richieste ai boss anche quella di poter occupare abusivamente una casa. In due si sarebbero rivolti a Ficarra dicendo: "Al primo piano, dove c'è la Cattedrale... per me non c'è, non ce n'è carcerati, doveva uscire Fofò, ma non è uscito... ma quello aveva parlato con... le case già gliel'hanno date..." e Ficarra: "Informati bene, poi noi nel frattempo perché se esce un cacerato, voi potete... Va là se li prende... Se sono carcerati come glielo dici? Controlla... Fai tu, informati bene, se è di quello che dico io... lo stesso! Già che è un carcerato, che sia scarcerato, è giusto, poi devono...".

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