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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia Brancaccio

Pizzo pure sui funerali, impresario costretto ad assumere scarcerati protetti dai boss: "Mi costate troppo"

L'estorsione emerge dal fermo contro il clan di Brancaccio. Captata in diretta la consegna di 200 euro. Ma l'uomo si lamentava perché i lavoratori indicati dai mafiosi sarebbero stati tanti: "Poi mi chiedono il licenziamento per prendersi la disoccupazione... Ci vogliono 10 mila euro per voi, io sono a mare e il commissariato vuol farmi chiudere"

Se c'è un'attività che non conosce crisi è quella legata ai servizi funebri. Un dato elementare che anche i boss di Brancaccio avrebbero tenuto presente, tanto da arrivare a controllare il numero dei morti in arrivo in un'agenzia, dove avrebbero imposto non solo il pizzo, ma anche l'assunzione di affiliati appena scarcerati. Un costo elevato per l'imprenditore, anche perché i lavoratori graditi al clan avrebbero poi pure preteso di essere licenziati per poter percepire la disoccupazione. "Io sono a mare completo... Tasse non ve ne faccio pagare", così rispondeva all'esattore l'impresario vessato di corso dei Mille, peraltro coinvolto in alcune inchieste giudiziarie. I carabinieri e la polizia ritengono di aver documentato il passaggio del pizzo in diretta, 200 euro che la presunta vittima avrebbe messo nelle mani di uno dei fermati nell'operazione di ieri, Gasapre Sanseverino, nipote del pentito Gaspare Spatuzza.

"A Brancaccio pagano tutti", la mappa del pizzo

"Io qua ho un sacco di detenuti..."

Le intercettazioni risalgono all'11 febbraio dell'anno scorso e sono state captate proprio nell'agenzia funebre: "Due minutini solo ti rubo... Un morto qua, un morto là...", così diceva Sanseverino. L'impresario avrebbe capito subito quale sarebbe stata la richiesta sottesa a quella chiacchierata e così avrebbe iniziato a spiegare le sue difficoltà: "Ma che significa questo, io... Gli dici a Jimmy (Girolamo Celesia, ndr) che ho qua un sacco di detenuti e di fatti parlando con te ho discussioni pure con i detenuti, perché si sono liberati due... Si è fatto 4 anni e ora mi ha chiesto a me il licenziamento, hai capito? Per andarsi a prendere la disoccupazione, infatti ho chiamato... Io che cazzo ne so, mi sembrava che erano quattro soldi, minchia gli devo dare 6 mila euro dice il ragioniere, cioè gli devo andare a fare il versamento di 6 mila euro....".

"Ci vogliono 10 mila euro per voi, tasse non ve ne faccio pagare"

Stesso discorso con un altro lavoratore che sarebbe stato assunto su richiesta del clan: "Un altro, messo in regola pure - proseguiva l'imprenditore - ha finito ora, mi ha chiesto il licenziamento, gli ho detto: 'Sangue mio, io ho tre detenuti, mi ha mandato a chiamare il commissariato di Brancaccio, mi stanno arrivando altri tre detenuti e mi sono fatto l'abbonamento della messa in regola, ma stiamo scherzando? Ci vogliono 10 mila euro per voi, io sono a disposizione...', va... Tasse non ve ne faccio pagare, mi arrivano i contributi fare e dire e me li pago io, dove li devi andare a prendere tu? Minchia e non vogliono sapere niente, ho dovuto chiamare ad amici nostri".

Il boss irredimibile: al summit 24 ore dopo la scarcerazione

"Il commissariato mi vuole chiudere il negozio..."

Proprio per l'impiego di detenuti, peraltro, l'impresario avrebbe iniziato ad avere problemi anche con il commissariato di Brancaccio: "Mi ha chiamato il commissariato, mi voleva chiudere il negozio prima, perché mi fa: 'Ma come tutti questi detenuti?', perché giusto giusto cosa è successo, me ne hanno dati tre a me e altri due a mio fratello, uno è uscito adesso e altri due a mio fratello, uno è uscito adesso e altri due stanno venendo, è cambiato il commissario qua...".

"Sangue mio, io sono a mare completo"

Sanseverino a quel punto si sarebbe mostrato un po' impaziente: "Che gli devo dire?", riferendosi a Celesia. E l'imprenditore rispondeva: "Che gli devi dire, sangue mio, io ora, io sono a mare completo, le famiglie non paga più nessuno, anzi ti dico un'altra cosa, io onestamente non ho voluto fare niente, lui ha chiamato la famiglia e quelli.... quello addirittura è morto alle 10 dice che l'avevano chiamato e quello se n'è andato alle 5, è venuto qui alle 5 del pomeriggio: 'Fammi il conto stretto stretto', io che ne so, dice: 'Mi hanno chiamato, il primo conto hanno portato soldi a noi'... Infatti è venuto qua e mi fa: 'Lei mi deve fare la fattura con l'assegno, io non voglio camurrie', tutti spaventati però lui dice: 'Qualche amico l'abbiamo là sopra', io non lo so chi li ha chiamati". Sanserverino faceva notare: "Ora è venuto l'ultimo morto della signora che avete fatto e dice: 'Gaspare, ma dove dobbiamo andare?', 'Come non lo sai dove devi andare?'", perché sarebbe stato lui ad indirizzare la famiglia in quell'agenzia.

Il pizzo pagato in diretta: "Conservati questi picciuli"

E' in questo momento che gli investigatori registrano "il rumore di apertura e chiusura di un cassetto" e l'imprenditore che dice: "Comunque, conservati questi picciuli...", ritenendo così di aver documentato la consegna del pizzo. Sanseverino riprendeva, riferendo le parole di Celesia: "Lui mi ha detto: 'Ma un morto qua, un morto là' e gli ho detto: 'Lascialo stare che per ora ci sono i carcerati'". L'imprenditore ribatteva: "Senti a me, sono nei guai ora devo mettere a questo che sta venendo, sono venuti amici di San Lorenzo, questo qui che forse sta facendo il programma di riabilitazione, di fatti  è già venuta l'assistente sociale...".

"Ogni tanto, non è che ti chiediamo tanto assai..."

Una conferma sul passaggio del denaro, per la Procura, si troverebbe nelle parole che Sanseverino avrebbe riferito il giorno dopo, cioè il 12 febbraio dell'anno scorso, a Celesia, che gli chiedeva: "Casse da morto? Quello... cosa gli ha detto?" e l'altro rispondeva: "'Che stai combinando? Un colpo qua, un colpo là, un morto qua, un morto là, che stiamo facendo' e lui 'sono in difficoltà, devo stare qua, devo pagare cose', 'e che significato ha... ogni tanto dico, va, non è che ti chiediamo tanto assai dico ogni tanto', ha preso 200 euro, dice: 'Tieni, prenditi questi...'".

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