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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia

"A Brancaccio pagano tutti": la mappa del pizzo nelle liste degli estorsori e le vittime che chiedono scusa

Le intercettazioni del blitz svelano come nessuno sfugga alla tassa di Cosa nostra. Boss costretti a stilare gli elenchi delle attività per non dimenticarne nessuna. Imposti 5 euro anche agli ambulanti del mercato domenicale di via Di Vittorio. L'intervento dei mafiosi per dirimere la contesa tra due panellari: "Perdonatemi, ma io devo campare"

"Ti pare che è facile? Che me li ricordo tutti io?". Tanti, troppi i commercianti a cui imporre il pizzo a Roccella, così numerosi che il presunto esattore di Cosa nostra, Maurizio Di Fede, non sarebbe riuscito neanche a tenerli tutti a mente. Ci sono delle intercettazioni veramente emblematiche nel fermo eseguito dai carabinieri e dalla polizia contro il mandamento di Brancaccio: indagati che sono costretti a fare liste delle attività commerciali da taglieggiare e a confrontarsi regolamente per non dimenticare nessuno, vittime che - anziché denunciare - chiedono scusa perché col loro comportamento hanno ostacolato la gestione dei boss. Ci sono i 5 euro - 5 euro - imposti agli ambulanti di un mercato domenicale e le ceste per Natale. Uno scenario dove non sembra esserci spazio per la speranza di un cambiamento: ben 46 le estorsioni che gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli, hanno ricostruito. Nessuna richiesta d'aiuto, nessun atto di ribellione.

"Dobbiamo recuperare il quartiere, imporre i soldi nei locali"

"Dobbiamo andare a recuperare il quartiere e quindi gi dici l'imposizione dei soldi nei locali", un programma abbastanza chiaro quello di Giuseppe Greco, figlio di Salvatore, "il senatore", che a sua volta era fratello di Michele, il "papa" di Cosa nostra". Sarebbe stato lui a prendere il comando a Ciaculli dopo l'arresto del cugino, Leandro, con il blitz "Cupola "2.0" di dicembre 2018. E il pizzo, come emerge dall'inchiesta, resta la linfa di cui si nutrono i boss non solo economicamente, ma soprattutto per mantenere il controllo sul territorio.

"Questa è la mia casa"

"Questa è la mia casa" esclama senza mezzi termini Gaspare Sanseverino, nipote del pentito Gaspare Spatuzza, fermato anche lui e che considera evidentemente il quartiere come una sua proprietà. In una delle zone più belle di Palermo, ma devastata dal cemento e dal degrado, che poggia in alcuni punti sui "mammelloni", le macerie di ville Liberty e palazzi distrutti con il "sacco", nessuna attività sembra sfuggire agli estorsori: venditori di panini e sfincione, farmacie, bar, agenzie immobiliari, supermercati, agenzie di pompe funebri, pollerie, gelaterie, macellerie, panifici, pizzerie, tabacchi, officine, negozi di abbigliamento, discoteche, palestre, la scuola guida e persino "quella delle unghie". Tutto il commercio controllato attentamente da parassiti che con metodi non sempre garbati "regolano il mercato" e i rapporti di concorrenza, persino tra panellari.

"Cominciamo con i miei così me li scrivo"

La Procura nel provvedimento parla di "estorsioni pianificate in modo capillare per realizzare il massimo profitto" e a leggere i dialoghi tra Rosario Montalbano e Maurizio Di Fede, che si sarebbero occupati di riscuotere il pizzo a Roccella, si ricava un quadro impressionante. L'11 aprile del 2019 ad affrontare l'argomento è Montalbano: "E allora, andiamo a noialtri..." e Di Fede: "Cominciamo con i miei così me li scrivo... Quindi io ho questo... me li ha dati tutti per Natale, poi c'è quello delle bombole, poi c'è la polleria alla Sbannuta, l'assicurazione alla Roccella, poi... ti pare che è facile, che me li ricordo tutti io? Questo delle pedane prendilo questa volta, gli dici: 'Ti sono venuto a cercare a Pasqua...'. Non viene nessuno, ci puoi andare, già loro stessi me lo hanno detto... In borgata qua chi c'è? In palestra ci vai tu? Chi c'è poi, fammi pensare... da quello ci vado io".

"La discoteca, il carnezziere, poi se ne vanno trovando altri"

Montalbano interrompe per chiedere: "Ma quello del ferro com'è finita?" e Di Fede: "Me li ha portati". E prosegue con il suo lungo elenco: "Dunque la discoteca, alla Roccella chi c'è? L'assicurazione gliel'ho messa, il carnezziere... Carnezzeria ce li mettiamo di nuovo! Poi? In via XXVII Maggio non c'è più nessuno... Va bene questi per il momento, questi fai finta che io... sono tutti, poi se ne vanno trovando altri, dalla via Sacco e Vanzetti non c'era il carnezziere... La farmacia te la fai pure tu, lunedì poi se ne parla... Poi è rimasto quello del ristorante per Pasqua, per Natale non ci siamo andati...". Viene esclusa invece una pompa di benzina "Si mette a fare il carabiniere questo appena ci vado, lo sfascio". Poi i due passano proprio ad elencare alcuni "sfasci" e officine. 

I 5 euro degli ambulanti del mercato di via Di Vittorio

Il giorno successivo il confronto prosegue. Di Fede afferma: "Minchia me ne mancano ancora un bordello, c'è un altro che dovrebbe venire il 23, ma non me lo ricordo più chi è... Mi devono portare pure 500 euro di quello dei mobili, minchia ancora ne devo incassare... ma non ho neanche una lira". E Montalbano aggiunge: "E 150 quello degli animali". Spunta poi anche il pizzo imposto agli ambulanti del mercato domenicale di via Di Vittorio: "La maggior parte esce 5 euro".

"Arrivano, armano senza dire niente: mi dà fastidio"

I due indagati poi s'indignano perché sembrano esserci commercianti che non rispettano le "regole", che non chiedono l'autorizzazione per aprire i loro negozi. L'intercettazione è del 30 aprile 2019, Montalbano sostiene: "A questo si dovrebbe vedere chi è che gliel'ha detto, perché non è possibile che questo ha potuto fare: 'Ma chi è che ti ha autorizzato a fare questa cosa? Non lo sanno i tuoi zii come funzionano queste cose? C'è qualcuno che magari ti ha detto di poterlo fare?". Conviene seccato Di Fede: "Arrivano, armano senza dire niente, mi dà fastidio" e Montalbano rimarca: "Ma poi l'inaugurazione che ha fatto, sembra che si stava sposando, sono passato e mi sembrava un matrimonio".

"Tutti li ho fatti, devo andare da questa delle unghie..."

In vista di Natale, il 14 dicembre del 2019, vengono captate altre conversazioni dello stesso tenore: "Allora sediamoci un minuto qua e cominciamo", dice Di Fede a Montalbano: "Io mi sto segnando quelli miei... Quello della carne, la farmacia, questi tutti li ho fatti... Al bar gli ho detto di pagare quelli passati e quelli che deve fare per Natale... La palestra mi dà 700, lo sfascio 750... La discoteca fammela fare a me, me ne porta mille, ai tempi dice che ne ha usciti 500 e invece ne deve uscire mille, fammela sbrigare a me.... Tutta la via Messina Marine sono tutte ceste hanno fatto... La scuola guida com'è combinata? Abbigliamento? Lo conosci?". E Di Fede: "Devo andare da questa delle unghie che non so quanto dà... Manca outlet, te lo stai facendo tu...".

"Prima si raccoglieva tutti i mesi senza problemi"

Nonostante tutto, però, Montalbano constatava che le cose in tempi passati sarebbero andate ancora meglio: "Non sono tutti i tempi di prima...", affermava infatti e Di Fede concordava: "Si raccoglievano tutti i soldi per pagare le persone con gli occhi chiusi, tutti i mesi, non c'erano mai problemi, il chiattone si faceva il giro... Manca il meccanico, ci facciamo pure... A lui gli dico pure di farmi trovare due ceste... Quello l'ha pagata sempre, qualche cesta sempre ce l'ha pagata anche se con me esce 300 euro al mese... Mi manca la gelateria, il bar, il tabacchino...".

I pm: "Nessuno sfugge, ma nessuno denuncia"

La Procura sostiene non a caso che "nessuna attività produttiva sfugge alle attenzioni di Cosa nostra, tutti gli esercenti, dal piccolo ambulante abusivo fino all'operatore della grande distribuzione, sono soggetti alla pretesa del pizzo quando non addirittura costretti a chiedere l'autorizzazione prima di avviare i lavori. Anche in piena emergenza sanitaria gli esattori della famiglia della Roccella e della famiglia di Brancaccio hanno continuato a rastrellare denaro dalle pochissime attività rimaste aperte e con volumi d'affari certamente ridotti. A fronte di decine di episodi estorsivi ricostruiti, nessuna denuncia o segnalazione è pervenuta alle forze di polizia quasi a sottolineare, ancora una volta, il clima di generale acquiescenza verso il pagamento del pizzo che pervade gli operatori economici di questa ampia fetta di città".

Il panellaro, il concerto neomelodico e l'intervento dei boss

Nel fermo c'è una storia apparentemente molto semplice e banale che però riassume benissimo le dinamiche tra estorsori e vittime, dove i boss che decidono chi deve campare e chi deve invece farsi da parte sono "amici degli amici veramente" e ai quali, per troppi commercianti, non sembra esserci altra alternativa che piegarsi, chidendo persino scusa per il disturbo. La vicenda è quella di un venditore ambulante di panini che chiede l'autorizzazione ai mafiosi di potersi sistemare nel parcheggio del centro commerciale Forum, in vista di un concerto neomelodico e dunque di una grande affluenza di persone a febbraio dell'anno scorso. Il commerciante si rivolge a Sanseverino: "Fanno il raduno dentro il Forum, nello spiazzale dietro Leroy Merlin? Ci si mette uno solo con una motoape con pane e panelle, con i panini e vende, però lui non è che può affrontare tutta la discussione, com'è combinato, tu pensi che ci possiamo mettere o no?". 

"Il sole spunta e spunta per tutti..."

La presenza dell'altro venditore, dunque, sarebbe stata un problema, che Sanseverino avrebbe potuto risolvere, tanto che affermava: "Io penso che problemi non ce n'è, ma a livello diciamo come persone noialtri". L'ambulante non avrebbe voluto commettere errori, tanto da dire: "E' giusto che uno prima che si muove deve essere sicuro", sottolineando che il suo concorrente "ha scuole, o scaru, dovunque... Io non gli dico niente, dico: 'Ascolta, il sole spunta e spunta per tutti, se hai qualcosa da dire vai dalle persone competenti'".

"Mi dica quello che devo fare, le chiedo perdono..."

Sanseverino, con Girolamo Celesia, detto "Jimmy", avrebbe quindi preso la situazione in mano e il concorrente sgradito avrebbe cercato di spiegare le sue ragioni: "Siccome io purtroppo da una vita mi guadagno il pane qua, ha 15 anni che mi guadagno il pane qua e l'altro venditore mi conosce, da 15 anni mi conosce, e gli ho sempre detto: 'Se tu ti vuoi mettere con le granite, sbirro io se non ti dico che non ti ci devi mettere, o con i gelati, ma tu mi conosci'... Problemi non ce n'è... Anzi io le chiedo scusa - dice all'indagato - se lei è venuto qua per per me, però io dico... Lui viene con porchetta, cartocci, tutti i tipi di panineria, di birra, io prendo il lapino lo chiudo e me ne vado e non lavoro più, ho due figli a casa... Io non sfamo più i bambini, lui campa e io muoio, ora mi dica quello che devo fare... Io le chiedo perdono...".

"Qua uno butta un pezzo di pane per tutti..."

Celesia replica con sarcasmo: "Prego, prego, troppo educato sei" e Sanseverino puntualizza: "E questi discorsi da taverna quali sono? Se io ti dico che te ne devi andare di qua che fai? Questa è la mia casa, ci siamo?". Celesia continua: "Nessuno ti sta levando il mangiare a te e prima ai bambini, qua uno butta un pezzo di pane per tutti, hai tutte le ragioni del mondo fratello mio... Hai avuto mai disturbi? Sei stato bene accolto sempre? Una cortesia che ti siamo...".

"Avvicino e vi faccio avere un pensiero"

E il venditore sfrattato risponde: "E' che non è possibile, lei capisce, si metta nei miei panni, lui mi vende tutto, Ceres, Tennent's, qualsiasi cosa, mi ammazza", Celesia rimarca: "Non ti ha mai chiesto niente nessuno, non ti ha dato mai fastidio nessuno, ora questa cortesia non la vuoi fare e se poi ti diciamo vattene che facciamo?". L'ambulante poi conclude: "Questa settimana avvicino vi faccio avere un pensiero". Poi ne avrebbe parlato anche col concorrente che si era rivolto agli indagati: "Però te la posso dire una cosa? Qua ci sono amici, amici degli amici veramente, se tu mi dici: 'Cugino, vedi che c'è una festa stasera', poi tranquillo non ti disturbo più".

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