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Mafia Brancaccio

Il blitz a Brancaccio e il boss irredimibile: "A 24 ore dalla scarcerazione era già a un summit"

La storia di Giuseppe Caserta, liberato il 31 maggio scorso dopo l'azzeramento del processo in cui era stato condannato a 18 anni. Il giorno successivo l'incontro in una pescheria con uno degli indagati. "E' venuto e mi ha detto che è a disposizione per tutte cose"'. Un ritorno non gradito a tutti: "Ha fatto danno, soldi assai ne sono mancati..."

Meno di 24 ore. Tanto ci avrebbe messo Giuseppe Caserta per reinserirsi nel clan di Brancaccio, dopo una condanna a 18 anni rimediata in primo grado con l'abbreviato, azzerata però dall'annullamento del decreto che aveva disposto il giudizio da parte della Corte d'Appello: Caserta, detto "il testone", era tornato libero il 31 maggio, ma il primo giugno, carabinieri e polizia ritengono di aver intercettato già i primi movimenti dell'indagato per rimettersi in pista (e non proprio con il gradimento di tutti) e per questo lo hanno nuovamente fermato con il blitz di ieri.

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"U tistuni in galera, ha mandato sua moglie..."

Il procuratore aggiunto Salvatore De Luca ed i sostituti Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli nel provvedimento rimarcano come "u tistuni" non avrebbe in realtà perso il suo potere neppure mentre era detenuto, in seguito all'arresto avvenuto nel 2017. Lo dimostrerebbero alcune intercettazioni dell'operazione "Maredolce 2", in cui si parla di fibrillazioni nel clan per via di uno scontro tra contrabbandieri di sigarette, uno dei quali avrebbe fatto capo proprio a Caserta. Il boss Salvatore Testa sosteneva inoltre che la famiglia di Caserta sarebbe stata in condizioni disastrate, tanto che l'indagato avrebbe mandato la moglie per chiedere dei soldi: "U tistuni in galera, suo fratello in galera... zero totale, ha mandato sua moglie...". Testa sperava poi che qualcuno tornasse presto libero: "Speriamo il Signore che esce al più presto possibile qualcuno che si prende l'impegno...".

I pm: "Appena scarcerato si è subito rimesso in pista"

Appena scarcerato, il 31 maggio, Caserta "si è immediatamente riproposto nel panorama mafioso di Brancaccio - dicono gli inquirenti - andando a riallacciare le relazioni con gli esponenti apicali della consorteria di Brancaccio, segnatamente Girolamo Celesia, detto "Jimmw", e Filippo Marcello Tutino", fermati anche loro nel blitz di ieri.

Un summit dopo appena 24 ore: "Sono a disposizione"

Il primo giugno, infatti, la polizia ha documentato un incontro proprio tra Caserta e Celesia, nella pescheria di quest'ultimo in via Conte Federico. Il 4 giugno è stato invece captato un dialogo tra Tutino e un suo uomo di fiducia. Parlando di Caserta il primo dice: "E' uscito e si è allineato" e "il Caserta mi ha detto a me, dice: 'Io per te a disposizione per tutte cose, per gli altri non lo so', va bene, 'tu per ora statti bello quieto', ma vedi che al Caserta la spesa gli abbiamo fatto, hai capito? Ma non è che gliel'ho fatta solo io? Si sa - continua Tutino - chi è stato, mi ha detto: 'Buono tienilo in stand by perché è picciuttieddu e ancora deve imparare, si deve togliere questo brutto vizio di parlare assai, allargandosi con le persone e la gente prende processi, io il primo".

"Quello già lo ha afferrato..."

L'11 giugno i due fanno riferimento ancora al "testone": "L'altro ieri c'era questo che io stavo salendo, c'era Franco con lui, con il testone dall'altro lato, di mattina, mi ha salutato, guarda che c'è qua, secondo te c'è amore? La mano... Perciò io ho alzato la mano e mi ha visto ed ho salutato: 'Ciao Giuseppe, ciao Franco'". E Tutino chiosa: "Perché Franco già lo ha afferrato".

"Deve calcolare che non è il sistema che ha lasciato lui"

L'interlocutore di Tutino lascia poi intendere di non gradire particolarmente Caserta: "Mi ha salutato, non freddo, mi ha salutato sorridente perché però avrà visto movimenti che eravamo insieme, è come quelli, guardano, come a dire: 'Mi devo attaccare con lui?'. Attancandomi con lui è come attaccare il sistema, con me stesso". L'indagato sottolinea: "Lui (Caserta, ndr) è buono che comincia a calcolare che non è il sistema che ha lasciato lui".

"Sembra uscito con un cervello, ma ha fatto assai danno"

Vengono poi commentati gli incontri tra Caserta e Celesia: "Possono fare tutti i discorsi che vogliono, sono sempre discorsi limitati, discorsi grandi niente, il sistema è solo se bisogna essere autorizzati a potere fare certe cose o si mettono in testa di allinearsi". Il "testone" viene poi accusato di aver fatto "danno", sottraendo anche dei soldi dalla cassa del clan: "Quest'altro (Caserta, ndr) non lo vuole capire, minchia è duro, è uscito a livello sembra tuostu peggio ancora di prima... Sembra che è uscito con un cervello, che gli sembra che lui usciva e veniva a trovare..." e Tutino conclude la frase: "La poltrono di prima". "'Di nuovo io sono' - dice l'altro parlando al posto di Caserta - a fare danno, perché danno ne ha macinato assai", conviene l'indagato: "Soldi assai ne sono mancati".

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