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Il maxiblitz contro il clan dell'Acquasanta, tornano liberi due dei 90 indagati

Il tribunale del riesame ha accolto i ricorsi di Massimo Tarantino e Rosolino Ruvolo che il 12 maggio erano finiti agli arresti domiciliari perché accusati di aver favorito i boss nel settore delle scommesse clandestine

Tornano liberi due dei 90 arrestati nell’ambito dell’operazione “Mani in pasta”, quella che il 12 maggio ha colpito il clan dell’Acquasanta. Si tratta di Massimo Tarantino e Rosolino Ruvolo, che erano finiti entrambi ai domiciliari su disposizione del gip Piergiorgio Morosini. Adesso il tribunale del riesame ha accolto i ricorsi dei loro avvocati, rispettivamente Riccardo Bellotta e Giuseppe Avarello, ed ha deciso di annullare l’ordinanza di custodia cautelare emessa a loro carico.

Tarantino è accusato di intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver favorito Cosa nostra perché - secondo il procuratore aggiunto Salvatore De Luca ed i sostituti Amelia Luise e Dario Scaletta, che coordinano le indagini della guardia di finanza - avrebbe affittato un locale di via Papa Sergio I che sarebbe stato poi utilizzato dal clan per allestire un centro scommesse abusivo. L’indagato, già durante l’interrogatorio di garanzia, aveva chiarito di non essere al corrente di chi fossero i locatari e che avrebbe semplicemente stipulato un contratto regolarmente registrato, chiedendo tre mensilità d’anticipo. Una ricostruzione che ha evidentemente convinto i giudici.

Per quanto riguarda invece Ruvolo è accusato di aver gestito un centro scommesse abusivo, il “Mangio, bevo e scommetto” di via Cimbali, per conto dei boss. La sua difesa ha però sostenuto che l’attività non sarebbe mai stata intestata a lui e che, peraltro, era chiusa dal 2017. Anche in questo caso gli argomenti hanno convinto il tribunale del riesame.

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