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Apocalisse 2, concessi a Faraone gli arresti domiciliari

Gli avvocati del politico finito al centro del ciclone per l'operazione antimafia hanno convinto i giudice del Riesame che non ci sia alcun pericolo di fuga, di inquinamento probatorio né di reiterazione del reato

E' tornato a casa dopo quattro giorni in cella, ma per il momento resterà agli arresti domiciliari. Questa la decisione presa dal Tribunale del Riesame per Giuseppe Faraone, il consigliere comunale finito al centro del ciclone nell'ambito dell'operazione antimafia "Apocalisse 2", che ha portato all'arresto di 27 persone (LEGGI I NOMI). Secondo i giudici non ci sarebbero i rischi di inquinamento probatorio e reiterazione del reato. Pino Faraone, interrogato dal gip pochi giorni fa, aveva preferito la strada del silenzio.

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A favore dell'indagato, difeso dagli avvocati Anthoni De Lisi, Marina Cassarà e Vincenzo Zummo, il fatto che il reato contestato sia legato ad un singolo episodio di tentata estorsione, fatto per conto del clan di San Lorenzo, nei confronti di un imprenditore che inizialmente aveva negato di essere vittima del racket (LE INTERCETTAZIONI: VIDEO) Per i giudici del Riesame questa circostanza, assieme alle dichiarazioni fatte nel giugno 2014 quando saltò fuori un presunto coinvolgimento di Faraone nella prima tranche dell'inchiesta, sarebbe sufficiente per credere che il consigliere comunale non abbia intenzione di scappare.

Mafia, operazione Apocalisse 2: gli arrestati

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