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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Noce

Mafia, estorsioni ed usura Sequestri e confische per 11 milioni

Diverse le operazioni messe a segno dalle fiamme gialle in vari quartieri della città. Per pagare gli strozzini le vittime erano costrette a chiedere aiuto ad altri usurai

Patrimoni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro sono stati sequestrati e confiscati dalla Guardia di finanza, in esecuzione di provvedimenti emessi dalle sezioni Misure di prevenzione dei Tribunali di Palermo e di Trapani, sulla base delle investigazioni economico-patrimoniali svolte dai finanzieri del Gico del nucleo di Polizia tributaria del capoluogo siciliano. Tra i soggetti interessati dai provvedimenti, un operatore cinematografico palermitano di 46 anni, coinvolto in precedenza in un'attività di usura smantellata dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione ''Bloodsuckers'', nel cui contesto era stato colto in flagranza di reato mentre intascava il denaro da una vittima.

Le indagini delle Fiamme gialle avevano portato alla luce un complesso sistema: per far fronte alle pressanti richieste di un aguzzino, le vittime erano costrette a chiedere aiuto ad altri usurai, inserendosi così in un perverso meccanismo dal quale era sempre più difficile uscire. Nei confronti dello strozzino sono stati sequestrati sei immobili, di cui uno a Terrasini e cinque nei quartieri Politeama, Monte di Pietà, Uditore-Passo di Rigano e Oreto-Stazione di Palermo, due motocicli modello Piaggio e Yamaha, un'autovettura Renault Megane Cabrio, oggetti preziosi di varie tipologie e diverse disponibilità finanziarie, il tutto per un valore di oltre 930 mila euro.

Un altro provvedimento di sequestro ha riguardato un esponente di 59 anni della famiglia mafiosa palermitana della “Noce”, che, già in passato arrestato per associazione mafiosa ed estorsione, alla fine del 2008 è stato nuovamente destinatario di un provvedimento cautelare nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Perseo”, unitamente ad altri capimafia, reggenti e gregari palermitani che stavano tentando di ricostituire la nuova “commissione provinciale” di “Cosa Nostra”. A suo carico sono stati sequestrati 4 lotti di terreno e tre appartamenti situati in Palermo, nella località Cruillas-Cep, il tutto per un valore di 2 milioni di euro circa. Interessato da un altro provvedimento di sequestro per un valore di 3,5 milioni di euro circa, un imprenditore sessantaquattrenne di Borgetto (Pa) che, unitamente ad altri tre imprenditori, era finito in manette nell’ambito dell’operazione denominata “Benny”, per essersi intestato fittiziamente alcuni beni, tra cui un impianto di calcestruzzo, di fatto riconducibili ad un esponente mafioso, il quale, per aggirare gli effetti di un provvedimento di confisca antimafia emesso nei suoi confronti, era riuscito a reinserirsi nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, intestando fittiziamente beni e società a terze persone, in qualità di prestanome.

Il provvedimento di sequestro ha riguardato un lotto di terreno nella zona industriale di Marsala ed un’impresa di calcestruzzi di Marsala. Sempre a Marsala sono stati sequestrati 12 terreni e diverse disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 1,4 milioni di euro circa, a carico di un “uomo d’onore” di 77 anni affiliato alla locale famiglia mafiosa, già condannato nel 2000 per associazione mafiosa e poi coinvolto nel 2010 in un’altra operazione di polizia contro la rete dei presunti fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro.

Definitivamente confiscati,  infine, 4 appartamenti e 9 box ubicati in San Vito Lo Capo e nel quartiere Libertà di Palermo, un’autovettura modello “BMW X5”, un’imbarcazione modello “CRANCHI ZAFFIRO 28” e diverse disponibilità finanziarie, il tutto per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, nei confronti di un settantenne palermitano, ritenuto il “boss” della famiglia mafiosa di Palermo Uditore, già coinvolto nel primo maxiprocesso a “Cosa Nostra” e poi, dopo un ulteriore arresto nel 2010, condannato a 20 anni di carcere.

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