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Cronaca

Mafia, sequestrati beni per 20 milioni allo "strozzino" di Borgo Vecchio

Due auto, 17 conti correnti e una società di macellazione e vendita all'ingrosso di carni. E' l'ingente patrimonio sequestrato a un 71enne di Monreale. Era uno dei coinvolti nella operazione "Alexander" del luglio scorso

Due auto, 17 conti correnti e una società di macellazione e vendita all’ingrosso di carni. E' l'ingente patrimonio, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro, che è stato sequestrato a un uomo di 71 anni - Antonino Ciresi - dalla guardia di finanza in tandem coi carabinieri, ai sensi della normativa antimafia. Le indagini economico–patrimoniali si sono incentrate su un monrealese, già condannato in via definitiva nel 1998 dalla Corte di Appello di Palermo per associazione di stampo mafioso finalizzata all’estorsione e ancora arrestato un anno fa per una nuova tentata estorsione ai danni del titolare di un ristorante della città.

A Ciresi sono stati sequestrati l'intero capitale sociale e complesso dei beni aziendali della società B. Ovinsicula Srl con sede legale in Palermo, via Resuttana Colli e sede secondaria a Mezzojuso, operante nella produzione, macellazione e commercio all’ingrosso di carni; una cassetta di sicurezza; disponibilità finanziarie (rapporti bancari, deposito titoli e polizze assicurative); due autovetture.

L'uomo, tra l'altro, era uno dei coinvolti nella operazione “Alexander” del luglio scorso: aveva preso parte alle illecite attività del mandamento di “Porta Nuova": aveva gestito in prima persona il settore delle estorsioni per la famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Il 71enne risulta indagato per il reato di attribuzione fittizia di beni. Avrebbe intestato a terze persone la titolarità delle quote di una grossa società, operante a Palermo e provincia nell’allevamento, macellazione e commercio all’ingrosso di carni, continuando a gestirne gli affari e le dinamiche, anche dal carcere.

A insospettire le forze dell'ordine era l'ingente patrimonio dell'uomo, ingiustificato rispetto ai guadagni dichiarati. Gli approfondimenti sui documenti eseguiti hanno poi consentito di accertare il passaggio di quote della società di macellazione e commercio carni, dai suoi figli ad altri persone, poi risultate essere solo dei prestanome.      

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