rotate-mobile
Cronaca Via Liberta'

Sequestrati i negozi “Bagagli”, la Dia: “Sono gestiti dalla mafia”

Requisiti beni per un valore di oltre 16 milioni di euro a Salvatore Milano, ritenuto boss della famiglia di "Palermo Centro", e al suo presunto prestanome Filippo Giardina. Nel mirino anche appartamenti, magazzini, terreni e una rivendita di tabacchi

La direzione investigativa antimafia ha sequestrato beni per un valore di oltre 16 milioni di euro. Sigilli sono stati apposti alle quote sociali e ai beni aziendali della società “Bagagli srl”, leader nel settore vendita di articoli ''griffati'' di pelle, scarpe, abbigliamento, accessori di abbigliamento, valigeria, con lussuosi punti vendita nel capoluogo siciliano, in provincia a Bagheria e a Catania. (GUARDA IL VIDEO)

Il tribunale ha accolto la proposta della Procura della Repubblica per l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, che riguarda i proprietari di una delle catene di negozi più chic di Palermo. I beni sequestrati appartenevano ad un boss della famiglia di "Palermo Centro" e al suo prestanome. Il sequestro ha riguardato le quote e il complesso dei beni aziendali della società "Bagagli srl" e "Bagagli sas". Sono stati inoltre sequestrati 44 beni immobili tra appartamenti, magazzini e terreni; una rivendita di tabacchi; tre autoveicoli, una moto di grossa cilindrata; 26 rapporti bancari ed una imbarcazione di circa 20 metri di lunghezza.

I sigilli sono stati apposti ai negozi bagagli di via Libertà, via XX Settembre, via Messina, via Stabile, viale Strasburgo e via Roma a Palermo. Quello di corso Italia a Catania e in corso Umberto a Bagheria. Quarantaquattro immobili fra magazzini, appartamenti e terreni nelle vie Uditore, D'Asaro, Santa Rosalia, Veneziano, Serpotta, Sadat, Macchiavelli, corso Pisani, corso dei Mille e contrada Briuccia (a Palermo), in contrada paterna a Terrasini e in contrada Sant'Onofrio a Trabia. Uno yacht e una rivendita di tabacchi in via Messina Marine 309.  Oltre ad una sfilza di titoli e depositi bancari.

Il provvedimento di sequestro ha colpito Filippo Giardina e Salvatore Milano, entrambi di 60 anni. Secondo gli investigatori della Dia l'attività commerciale sarebbe stata frutto del riciclaggio di capitali provenienti da attività illecite. Salvatore Milano, indicato come ''uomo d'onore'' storico della ''famiglia'' di Palermo Centro, già condannato per associazione mafiosa e sottoposto a misure di prevenzione personali, è in atto detenuto agli arresti domiciliari. Filippo Giardina viene considerato "soggetto socialmente pericoloso", in relazione alla sua vicinanza ad alcuni affiliati mafiosi, ed in particolare allo stesso Milano, per conto del quale si sarebbe intestato fittiziamente quote di alcune attività commerciali di fatto riconducibili a Cosa Nostra.

A suo carico sono state raccolte anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che hanno delineato la sua figura ed il suo ruolo di prestanome. Gli inquirenti si sono avvalsi inoltre della documentazione scoperta al momento dell'arresto dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, in particolare dei cosidetti "pizzini".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sequestrati i negozi “Bagagli”, la Dia: “Sono gestiti dalla mafia”

PalermoToday è in caricamento