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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Brancaccio

Mafia, colpo al clan Brancaccio: condanne per oltre 150 anni

Il Gup Nicola Aiello ha condannato 20 persone a pene comprese tra 4 e 16 anni. Sotto processo l'intero organigramma della cosca: da Nunzia Graviano a Giuseppe Arduino e Antonino Sacco

Stangata alla mafia di Brancaccio: il Gup di Palermo Nicola Aiello ha condannato 20 persone a pene comprese tra 4 e 16 anni di carcere, per un totale complessivo di un secolo e mezzo di carcere. La sentenza è stata emessa col rito abbreviato, nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone. I condannati sono nomi vecchi e nuovi della mafia militare, dedita a traffici ed estorsioni in serie. Fra di questi gli uomini considerati più vicini ai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, boss del quartiere e condannati per le stragi del '92 e del '93.

Fra i condannati anche due dei fratelli, Benedetto e Nunzia Graviano. Entrambi non sono alla prima condanna per mafia. Le condanne più pesanti, 16 anni a testa, sono toccate ad Antonino Sacco e Giuseppe Arduino, che secondo la prospettiva della Procura (i pm sono Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli) sono i nuovi capi e i collaboratori più fidati dei due Graviano stragisti, detenuti da quasi vent'anni.

Dodici anni per Antonino Caserta e Pietro Asaro, 10 anni e 8 mesi a Girolamo Celesia e Filippo Marcello Tutino, 10 a Giuseppe Faraone, otto a Matteo Scrima, Nunzia Graviano, Pietro Arduino, Antonino Lauricella e Salvatore Conigliaro, 6 a Antonino Mistretta e Armando Porretto, 4 a testa per Benedetto Graviano, Christian Divano, Giovanni Arduino, Salvatore Corrao, Salvatore Perlongo e Michelangelo Bruno. Il rito abbreviato dà diritto a uno sconto di pena di un terzo: senza questa riduzione le pene sarebbero ammontate complessivamente a oltre due secoli di prigione.

I 20 condannati dovranno anche risarcire Addiopizzo, Assindustria Palermo, Solidaria, Sos Impresa, l'Associazione antiracket e antiusura, Confcommercio Palermo, Confindustria Sicilia, il Cenro accoglienza Padre Nostro, Il centro Studi Pio La Torre, l'Associazione Libero Futuro e il Comune di Palermo. Il giudice infine ha assolto e ordinato la scarcerazione di Giovanni Torregrossa. Scagionati anche Alberto Raccuglia, Antonio Liberto e Salvatore Speciale.

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