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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Longo: "Il pizzo non si paga, bisognerebbe insegnarlo nelle scuole"

Il Questore ha tracciato un bilancio dell'attività della polizia nel 2015. Le estorsioni sono in calo, ma "i commercianti preferiscono non denunciare per non avere problemi. E' un fatto culturale che abbraccia tutta la città. La mafia fa i soldi con cocaina e hashish. Terrorismo? Allerta resta alta anche a Palermo"

A Palermo sono in lieve calo gli scippi, aumentano allo stesso modo le rapine. Mentre sono dimezzate, le estorsioni. Ma ciò che più preoccupa il questore Guido Longo sono gli introiti che la mafia riesce ancora a realizzare col traffico di droga, soprattutto con cocaina e hashish, e il fatto che "i commercianti preferiscono ancora pagare il pizzo pur di non avere problemi". L'occasione era un brindisi prenatalizio con i giornalisti. Ma è stata anche un'occasione per trarre un primo bilancio dell'attività della polizia in questo 2015 che sta per volgere al termine.

Non usa mezzi termini Longo. Quando con molta franchezza ammette che sul fronte delle denunce c'è ancora tanta strada da fare. "La collaborazione tra le forze dell'ordine e i commercianti - dice il Questore - potrebbe diventare più consistente ma di fatto non c'è alcuna inversione di tendenza. Pur di non avere contrasti preferiscono pagare ma di fatto così non riusciranno mai a liberarsi dai taglieggiamenti. Noi facciamo i massimo per aiutarli ma rimane un problema di tipo culturale. 'Il pizzo non si paga', bisognerebbe insegnarlo ai bambini fin dalla scuola. E non ci sono differenze tra i vari quartieri, il fenomeno è omogeneo".

Anche se il numero delle estorsioni è un po' scemato, per via delle numerose operazioni antimafia messe a segno dalla polizia, Cosa nostra riesce comunque a fare affari in altro modo. "Il maggior introito per la mafia oggi - spiega Longo - è rappresentato dalla cocaina e dall'hashish. In città c'è uno spaccio incredibile di queste sostanze che vengono dalla Campania, dalla Calabria e dall'estero". Il Questore ammette che "tra le emergenze che affliggono la città, rimangono gli scippi e le piccole rapine. Da quando sono a Palermo c'è stato un forte aumento degli episodi di microcriminalità, legati alla crisi ma anche connessi allo spaccio di droga: un modo per comprare gli stupefacenti".

Inevitabile affrontare il capitolo terrorismo, anche alla luce del fermo della ricercatrice libica dell'università di Palermo (VAI ALL'ARTICOLO). "Contro la minaccia del terrorismo - afferma Longo - abbiamo messo in campo il massimo del nostro impegno con la regia della Prefettura di Palermo. Rimane la massima allerta ma il mio augurio per il futuro e che non succeda nulla. Tra le priorità della polizia, rimane la lotta al terrorismo rispetto al quale c'è stato un potenziamento dei controlli sul territorio in particolare per gli obiettivi sensibili come le caserme o i luoghi di interesse culturale e di culto come la Cattedrale e la Cappella Palatina. Ma assolutamente non c'è alcun collegamento - sottolinea il Questora - tra l'incremento dell'immigrazione e il fenomeno del terrorismo. Palermo obiettivo sensibile? Qualunque parte del nostro Paese - ha concluso - è sensibile. Noi non dobbiamo abbassare la guardia".

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