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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Addaura

"Secchi di liquami e scarti di pesce contro il concorrente", condannato un commerciante

Il tribunale ha inflitto 4 anni e mezzo a Fabrizio Vaccaro, accusato di aver usato metodi sleali e mafiosi per impedire ad un ambulante di lavorare all'Addaura col suo furgoncino. Il racconto della vittima in aula: "Buttava anche l'acqua della mozzarella e m'infamava dicendo che i miei panini intossicavano la gente"

Una faida tra ambulanti all'Addaura per accaparrarsi il posto migliore in estate "quando si guadagnano le carte di mille lire" ed eliminare ogni forma di concorrenza. Facendo intervenire due famiglie mafiose ed arrivando a scaricare liquami puzzolenti, scarti di pesce e l'acqua delle mozzarelle davanti al furgoncino del "rivale" per farlo andare via. Soprusi, minacce ed intimidazioni che la vittima non aveva esitato a denunciare e che oggi hanno portato alla condanna a 4 anni e mezzo di reclusione di un commerciante, Fabrizio Vaccaro, 51 anni: per i giudici sarebbe stato lui a rendere la vita impossibile e ad utilizzare metodi sleali, nonché tipicamente mafiosi, per impedire all'ambulante di lavorare e prendersi i suoi clienti.

La sentenza è stata emessa dalla quinta sezione del tribunale ed è stata accolta la richiesta di condanna formulata dal sostituto procuratore Amelia Luise, che aveva chiesto una pena un po' più pesante, 5 anni. Vaccaro era finito agli arresti domiciliari a novembre del 2016 con l'inchiesta "Scacco Matto" della guardia di finanza, che aveva coinvolto anche Angelo Galatolo (assolto in primo grado) e Giuseppe Calvaruso (condannato a 3 anni e 4 mesi).

L'ambulante avrebbe subito le angherie tra maggio del 2013 e l'estate del 2015, come era emerso da una serie di intercettazioni in cui si era pensato di sottoporre la questione al clan Fontana. La vittima avrebbe dovuto allontanarsi dall'area di fronte a La Marsa, dove lavorava con il suo furgone da anni, per lasciare posto invece a Vaccaro. Per questo sarebbe stato ripetutamente minacciato, ma si sarebbe arrivati anche ad impedire ai fornitori di pollo e gelati di portargli la merce, nonché ad imbrattare la sua postazione per renderla poco appetibile ai clienti.

La vittima ha deposto anche durante il processo ed ha raccontato il suo calvario: "E' da 28 anni che sono là, questa stagione sono 28 anni - aveva detto ai giudici - circa 18 anni fa, quando è arrivato il signor Vaccaro, era anche là con un furgoncino, cominciai ad avere problemi... Non mi facevano più lavorare, buttando liquami puzzolenti e altre cose, come chiudermi l'entrata con delle macchine che arrivavano a posteggiare e io non potevo aprire".

Poi aveva aggiunto: "E' stato verso il 2000, 2001, è arrivato lì perché c'è stata una manifestazione di body building e lui era culturista ai tempi, il signor Vaccaro... Ho sempre subito in silenzio, queste cose non mi facevano lavorare, lui si era fatto una scala per far salire in modo piacevole i clienti, io ho fatto una scala in legno e entro una settimana me l'hanno fatta sparire, che poi me l'ha confermato il posteggiatore, dice: 'Tutto quello che ti succede è stato lui (Vaccaro, ndr)'... Anche un signore che veniva lì mi disse: 'Stai attento perché Vaccaro che te ne deve fare tante che a te di qua te ne debe fare andare'".

L'ambulante aveva raccontato di aver anche visto l'imputato imbrattare l'area dove posteggiava il suo furgone: "Liquami puzzolenti, l'ho visto, praticamente era tutta l'acqua della mozzarella, puliva il pesce che portava a casa e lo lasciava stare bello a risposare con il caldo e poi me lo buttava davanti, m'infamava con la gente dicendo che i miei panini intossicavano la gente, a un altro ragazzao gliel'ha tolto di mano e gliel'ha buttato, dicendo: 'Te lo faccio io un altro panino'... Con i secchi mi buttava questo liquame...". I giudici adesso hanno condannato Vaccaro a 4 anni e mezzo.
 

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