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Cronaca Pallavicino / Viale Duca degli Abruzzi

Pupi, "vastasate" e "contradanze": al Museo Pitrè prende vita la "Macchina dei sogni"

Appuntamento dal 10 al 12 luglio per la trentaduesima edizione del festival teatro di figura. Mostre, laboratori e l'immancabile Opera di Cuticchio animeranno le stanze e i giardini di via degli Abruzzi, in vista del centenario della morte dell'etnografo

Un paesaggio del ricordo di lockiana memoria, un pirandelliano arsenale delle apparizioni che rivivrà all'interno del Museo etnografico Giuseppe Pitrè, dando anima a carretti, sedie volanti, bumbuli e bumbulicchi, quartare e quartareddi. Manca poco più di una settimana all'avvio de "La Macchina dei sogni", il festival del teatro di figura, creato da Mimmo Cuticchio, giunto quest'anno alla sua trentaduesima edizione. A un anno dal centenario della morte di Pitrè, il museo dedica tre giorni al padre della comunicazione visiva attraverso una prima edizione che si svolgerà dal 10 al 12 luglio in via Duca degli Abruzzi, con il patrocinio del Comune, e un'altra ancora più ampia che prenderà vita nel 2016. La presentazione della manifestazione è avvenuta oggi alla presenza del maestro Cuticchio, dell'assessore alla Cultura, Andrea Cusumano e del direttore del Museo, Eliana Calandra. 

Un percorso ideato dunque in vista dei 100 anni dall'addio dell'antropologo palermitano ma che si svilupperà già quest'anno con un ricco cartellone che riporterà in vita i reperti e i tesori del Pitrè, dando anche spazio anche a laboratori di artigiani, danze, contradanze e mostre, allestite in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti. All’esterno del Museo saranno invece allestiti spazi dedicati agli spettacoli dell’Opra dei Pupi, al cunto, al teatro di figura e di narrazione. Non mancherà neanche l'animazione per bambini curata dall'Atelier La Lucciola a partire dalla fiaba di Malvizia. "Il festival - spiega la Calandra - è ospitato per la prima volta al Museo Pitrè, che diventa luogo d'elezione per una manifestazione che si propone di valorizzare una tradizione culturale siciliana. Con questa abbiamo voluto chiudere un ciclo di vita del museo che per ora è aperto in modo temporaneo. Dopo chiuderemo per qualche mese per riallestire il percorso permanente, per poi riaprire l'anno prossimo". "Quello scelto è un luogo della memoria - commenta Cusumano - e non un contenitore in cui vengono riportati fatti del passato. Un meccanismo che ci consente di far rivivere il passato nel presente, attraverso un processo di attualizzazione". 

Tutto parte da Pitrè e ritorna da lui. "Già da un po' anni racconto in giro per l'Italia fiabe e racconti di Pitrè. Già da bambino con mio padre negli anni '70 facevamo degli spettacoli per turisti e scuole, Pitrè è sempre stato un mio compagno di viaggio. Qui c'è la voglia di ripristinare questo luogo ma non ci sono soldi e la burocrazia ti blocca. Ci siamo messi di buona volontà e abbiamo deciso di farlo lo stesso, non tanto per omaggiare Pitrè ma perché la memoria continua. Lui non ha raccolto questo materiale per lasciarlo mummificato, ma per lasciarne memoria perché il testo senza la realtà è come una medaglia a una sola faccia". Si comincia venerdì 10 luglio alle 11.30 con il percorso "Tra cunti e pupi per incontrare Pitrè". Dalle 16.30 alle 18.30 prende vita un racconto su Malvizia e il laboratorio a cura dell'Atelier La Lucciola. Alle 18.30 si inaugura la mostra "La vita a Palermo duecento e più anni fa - Vastasate, Casotti, Tutui e Opra dei Pupi, a cura di Fabrizio Lupo e Valentina Console dell'Accademia. Alle 21.15 prendono vita le imprese di Carlo Magno attraverso le narrazioni di Mimmo Cuticchio. Il programma si ripete sabato 11 alle 10, alle 12, alle 16 e alle 18 con i cunti e i pupi. Segue Malvasia e il laboratorio per bambini, mentre alle 21.15 Cuticchio guiderà lo spettacolo "Prime magie del mago Malagigi".  

Nell'ultima giornata, domenica 12, dopo il consueto percorso mattutino (ore 10, 12, 16 e 18), Malvizia e il laboratorio, alle 19 e alle 23 via alle danze e controdanze del'associazione culturale Tavola Tonda. Una vera festa che vedrà intrecciarsi sul palco le melodie della fisarmonica, le note del flauto traverso, dell'ottavino e della chitarra. Niente paura per i neofiti che saranno introdotti alla scoperta delle danze popolari, tra scottish e polke figurate, balletti messinesi e la sudatissima contraddanza finale, da esperti docenti. Alle 11, alle 13.30, alle 16 e alle 19 di tutte e tre le giornate, in mostra le maestranze di ieri e oggi attraverso la narrazione degli oggetti d'uso. A dare il suo contributo anche la cattedra di "Messinscena teatrale e urbana" dell'Università del capoluogo, nella persona di Giovanni Isgrò. Per la tre giorni dedicata allo studioso di tradizioni popolari, Cuticchio sfodererà la famiglia al completo, che si muoverà da dietro le quinte. "Oggi sembra - osserva il maestro - che chi voglia fare cultura debba essere un pazzo. Non siamo altro che dei rivoli d'acqua sporca che cercano di allontanarsi per tornare limpidi anche se il fiume è sottosopra". 

E a proposito di arte e della querelle accesa intorno alla mostra di Hermann Nitsch, artista austriaco che dovrebbe fare tappa a Palermo dal 10 luglio al 20 settembre portando ai Cantieri Culturali corpi di animali mutilati e crocifissi, sangue alle pareti e carcasse squartate davanti al pubblico, il maestro Cuticchio, a margine della conferenza, ha detto la sua a PalermoToday. "Torniamo al discorso - dice - se il televisore è dannoso o meno, se si fa spazzatura o meno. Ci sono programmi che interessano ad alcuni, altri no. Per fortuna la democrazia ci dà la possibilità di cambiare canale. Se questa mostra indigna qualcuno, perché deve andarci? Chi ha avuto il coraggio di presentarla, vuol dire che ha qualcosa da dire. Credo che non si debba censurare. La libertà nell'espressione artistica e poetica deve essere libera al massimo. Aspettiamo che venga accesa la 'vampa' e poi si decide se si 'quaria' e se vuole andare". 

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