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Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi

Lorefice richiama confraternite e parrocchie: "La nomina dei santi patroni spetta all'arcivescovo"

Con un decreto viene vietata l'istituzione di titoli di patronato "in alcuni quartieri talora definiti, soprattutto nella città di Palermo, col termine arcaico e desueto di mandamento – locuzione che si presta a non pochi equivoci – suscitando notevoli perplessità"

L'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, con un decreto pubblicato anche sul sito della Diocesi "fa divieto a chiunque – segnatamente a parrocchie, confraternite, comitati, associazioni – di istituire patronati senza esplicita autorizzazione del vescovo". In altre parole: stop alle nomine arbitrarie di santi patroni nei quartieri.

Nell'intervento si spiega che  "la sollecitudine del vescovo per la sua Chiesa comporta, tra le tante incombenze, anche un’attenzione a tutto ciò che riguarda la disciplina ecclesiastica, che egli è tenuto ad applicare, secondo i criteri della legge universale e di quella particolare, nelle concrete situazioni che di volta in volta si presentano, sempre in vista della missione della Chiesa e del bene dei fedeli". A questo proposito, citando il Concilio Vaticano II, Lorefice ricorda che "i Vescovi reggono le Chiese particolari a loro affidate come vicari e legati di Cristo col consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà" e che "in virtù di essa i vescovi hanno il sacro diritto e davanti al Signore il dovere di dare leggi ai loro sudditi, di giudicare e di regolare tutto quanto appartiene al culto e all’apostolato".

Nella nota dell'arcivescovo si legge ancora: "Questa doverosa premessa aiuta a fare chiarezza su alcuni fatti accaduti nella nostra Arcidiocesi, che richiedono un mio intervento dirimente: nello specifico mi riferisco ai titoli di patronato attribuiti a Cristo, alla Madonna o ai Santi in alcuni quartieri talora definiti, soprattutto nella città di Palermo, col termine arcaico e desueto di mandamento – locuzione che si presta a non pochi equivoci – suscitando notevoli perplessità".

Secondo Lorefice "fino al decreto di Papa Urbano VIII (23 marzo 1630), la scelta dei santi patroni dei luoghi era operata indistintamente dalle Istituzioni ecclesiastiche e civili, talvolta eleggendo al patronato finanche i santi non canonizzati. Col decreto il Pontefice pose fine agli arbìtri fino ad allora perpetrati ed impose regole ben definite per l’elezione dei santi tutori, rendendo obbligatoria l’approvazione pontificia". Dalla promulgazione del decreto in poi, la Chiesa non riconobbe i patroni istituiti senza il rispetto della procedura. "Il Decreto del 1630 - prosegue Lorefice - è rimasto in vigore fino alla comparsa delle norme promulgate il 19 marzo 1973 da Papa Paolo VI, che hanno semplificato la procedura di elezione conservando, tuttavia, lo spirito del documento seicentesco".

Lorefice dunque ritiene "necessario ribadire che decisioni in tal senso spettano unicamente all’prdinario diocesano, che ha il compito di valutare – avvalendosi del parere e del consiglio degli organismi preposti – l’opportunità o meno di concedere patronati particolari, soprattutto se legati a quartieri di una stessa città, essendo questa già affidata ad un Patrono". L'arcivescovo precisa che "la presente disposizione ha valore retroattivo per quei casi in cui, senza autorizzazione alcuna, si è proceduto arbitrariamente a tali determinazioni".

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