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Cronaca Brancaccio

Il Cga dà ragione a Lidl: "Sì alla realizzazione di un supermercato nell'area industriale di Brancaccio"

La sentenza ribalta il verdetto emesso l'anno scorso dal Tar ed annulla il provvedimento del Suap del 2019 che aveva negato la costruzione della struttura nell'area di via Pecoraino perché "destinata esclusivamente ad attività industriali" e non commerciali. Il Comune non si è mai costituito in giudizio, ma potrebbe impugnare il verdetto in Cassazione

Prima secondo il Suap del Comune e poi secondo il Tar, l'area industriale di via Pecoraino a Brancaccio potrebbe ospitare "esclusivamente attività di tipo industriale" e non commerciale. Da qui il no al progetto di Lidl Italia Spa di realizzare un supermercato in quel punto. Adesso, però, una sentenza del Cga - emessa dal collegio presieduto da Rosanna De Nictolis, consigliere relatore Nino Caleca - ha ribaltato completamente queste decisioni, annullando il provvedimento emesso dal Suap il 4 agosto del 2020, e sottolineando che "appare evidente come sia indispensabile colmare le lacune di un'istruttoria del Comune che appare insufficiente se rapportata alla legge regionale 29/95 con la conseguenza che la motivazione del provvedimento, che non si può arricchire di una motivazione postuma, debba essere riformulata".

Concretamente, la sentenza del Cga apre alla possibilità quindi di realizzare un Lidl anche a Brancaccio. Il Comune non si è mai costituito in giudizio, né davanti al Tar né davanti al Cga, ma la decisione potrebbe comunque essere impugnata in Cassazione. La vicenda, molto tecnica, riguarda una diversa interpretazione ed un ipotetico conflitto tra la legge regionale numero 29 del 4 aprile 1995, il Testo unico sull'edilizia e anche le norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale consortile.

Lidl aveva presentato un'istanza per realizzare una struttura commerciale nell'area industriale, ma il 25 novembre del 2019 il Suap aveva respinto la richiesta sostenendo che in quell'area erano consentiti "esclusivamente attività di tipo industriale". Erano seguiti pareri legali, riunioni, ma il Suap alla fine aveva confermato la propria decisione, facendo sfumare il progetto di Lidl.

La questione era così finita davanti al Tar che, l'anno scorso, aveva stabilito che il ricorso presentato da Lidl sarebbe stato infondato perché l'azienda "non aveva dimostrato di possedere i requisiti richiesti" proprio dalla norma regionale. Il Cga ha deciso di ribaltare il verdetto partendo proprio dall'analisi della legge 29/1995, che recita: "Le attività di distribuzione commerciale sono equiparate all'attività di produzione industriale purché gli esercizi commerciali abbiano un fatturato annuo pari almeno a lire mille milioni ed almeno 5 dipendenti" e anche che "per distribuzione commerciale si intende l'acquisto all'ingrosso di beni consumo, anche durevoli, al fine della successiva vendita al dettaglio anche previa trasformazione o manipolazione dei beni stessi". Requisiti che Lidl avrebbe e che non sarebbero stati non tenuti in conto dal Tar, secondo i giudici d'appello.

Il Cga richiama nella sua decisione "un'identica questione normativa" che era stata posta dall'Ikea di Catania, che aveva realizzato un negozio nell'area industriale della città etnea, e alla quale il Tar aveva dato invece ragione, spiegando che "la vendita al dettaglio esercitata non esclude la possibilità di classificare l'attività complessiva della società come attività di distribuzione".

Secondo i giudici la ratio della legge regionale del 1995 "consente di affermare che la stessa punta ad identificare un'attività di distribuzione che sia caratterizzata da elevate dimensioni in forza dell'approvvigionamento all'ingrosso dei beni di consumo che si vendono, poi, al dettaglio. Diventa cioè qualificante il momento del rifornimento dei beni di consumo, unico criterio per identificare la 'distribuzione commerciale'". Inoltre il progetto della Lidl "sembrerebbe rispettare le proporzioni dimensionali previste dalla norma". Da qui la decisione di annullare il provvedimento del Suap e di ribaltare la sentenza del Tar, dando ragione a Lidl.

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