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Cronaca Politeama / Piazza Orlando Vittorio Emanuele

Sale la tensione in Procura, anonimo annuncia armi e bombe

In una lettera senza mittente si parla di una nuova minaccia ai magistrati che combattono la mafia. A confermarlo sarebbe stato un confidente degli investigatori, che hanno subito attivato le procedure di ricerca senza trovare nulla

Torna in Procura la minaccia di un attentato esplosivo. E' saltata fuori una nuova lettera anonima che avrebbe annunciato la presenza di armi e bombe nei posti maggiormente frequentati da alcuni magistrati antimafia di Palermo. A conferma del contenuto della missiva le dichiarazioni di un confidente degli investigatori che, subito dopo, hanno attivato le ricerche nei luoghi interessati. Ma di esplosivi non è stata trovata alcuna traccia. Di questo si è parlato ieri durante la riunione del Comitato provinciale per l'ordine a la sicurezza pubblica.

Si alza nuovamente la soglia di attenzione per i magistrati in servizio nel capoluogo siciliano. Nei mesi scorsi al pm Nino Di Matteo è stato applicato un dispositivo di sicurezza supplementare, garantito da uomini specializzati del Gis dei carabinieri e tre mezzi blindati. Su di lui erano piombate le minacce del boss Totò Riina, detenuto nel carcere Opera di Milano, e i timori nati dalle rivelazioni del nuovo pentito Vito Galatolo. L'ex boss dell'Acquasanta, infatti, aveva parlato del tritolo acquistato da Cosa nostra proprio per Di Matteo.

Anche in quel caso, però, l'esplosivo non è stato mai trovato. Un episodio dai contorni misteriosi, che si aggiunge ad un quadro di intimidazioni e minacce studiate, forse, per destabilizzare il lavoro dei magistrati impegnati nella lotta all'organizzazione mafiosa. Un tema, quello della tutela dei pm, caldeggiato dal nuovo questore di Palermo, Guido Longo, nel giorno del suo insediamento: "Farò di tutto per proteggerli. So cosa significa perché ho lavorato a fianco di quei magistrati che hanno perso la vita nel contrastare la mafia".

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