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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Palermo capitale dell'accoglienza", lezione di Orlando alla Sorbona di Parigi

Il sindaco "star" nella capitale francese. Dopo aver concesso una lunga intervista al settimanale Le Monde, ai ragazzi del celebre ateneo ha detto: "Il permesso di soggiorno va abolito"

Il sindaco Leoluca Orlando ha partecipato ieri e oggi ad un convegno svoltosi alla Sorbona di Parigi che aveva al centro della discussione Palermo città dell'accoglienza e della legalità dei diritti. Nel corso del suo intervento in una affollatissima aula magna, Orlando ha ribadito che “tutti i residenti della città di Palermo sono palermitani. Non c’è differenza tra i palermitani nati a Palermo e coloro che vi sono arrivati successivamente, ed è per questo motivo che bisognerebbe abolire il permesso di soggiorno. Questo permesso è la pena di morte dei nostri tempi, una nuova forma di schiavitù per le persone che arrivano qui da noi. Sono convinto che la mobilità internazionale sia un diritto umano. Non si può morire perché un Paese rifiuta di accoglierti. Ecco perché abbiamo adottato la Carta di Palermo e creato la Consulta delle Culture, unico organo al mondo che rappresenti politicamente i migranti. I membri della Consulta sono 21, tra cui 9 donne e sono eletti democraticamente dalle comunità immigrate. Non credo ci siano gli stessi numeri nel Parlamento francese, e neppure in quello italiano”.

Prima dell'incontro all'Università della Sorbona, Leoluca Orlando è stato ospite dell'Ambasciatore italiano Giandomenico Magliano per la mostra dei 500 anni del viaggio di Leonardo da Vinci in Francia, dove poi sarebbe morto nel 1519  Sui temi dei migranti e di Palermo città dell'accoglienza, Orlando è stato anche protagonista di una lunga intervista pubblicata ieri dal settimanale francese “Le Monde”.

Il sindaco Orlando ha poi ricordato come a Palermo “non esistono né intolleranza né razzismo” ponendo l'accento sul quartiere di Ballarò, luogo dove “i negozianti immigrati hanno fatto arrestare alcuni mafiosi palermitani, fatto che rende impossibile continuare a inveire contro gli immigrati. Questo significa che gli immigrati che vivono a Palermo considerano questa città la loro città. E quando si appartiene a una città, la si difende. L’accoglienza è l’arma più potente per la sicurezza. Per esempio, io dialogo con la comunità musulmana per integrare al meglio i più radicali tra quelli che arrivano in città. I musulmani che vivono nelle periferie parigine parlano forse col sindaco? E il sindaco assicura loro una rappresentanza politica? L’emarginazione, l’ostracismo, sono questi i problemi. Ogni volta che qualcuno prova a fare una distinzione tra immigrati e palermitani, io ribatto che occorre tenere a mente che gli immigrati non votano. Nel caso di queste persone, ci troviamo in una dimensione utilitaristica; è necessario che la politica europea capisca che quest’utilitarismo è in assoluta contraddizione con il rispetto dei diritti umani. La più grande fortuna di Palermo è la sua normalità. Palermo è diventata una città normale, senza più la meschinità politica di una volta”. 

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