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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tribunale ecclesiastico regionale, la Filcams Cgil lancia l'allarme: "I lavoratori rischiano il posto"

Secondo il sindacato con la riforma dei processi per l'annullamento dei sacramenti voluta dal Papa il personale laico rischierebbe di essere soppiantato dai sacerdoti

Garanzie per i lavoratori laici del Tribunale ecclesiastico regionale. A chiederle è la Filcams Cgil Palermo secondo la quale il personale potrebbe essere sostituito da sacerdoti. "Anche a Palermo - spiegano dal sindacato - potrebbe verificarsi quello che è accaduto nella diocesi di Caltanissetta dove, recedendo dal Tribunale interdiocesano e dotandosi di un tribunale proprio, nel passaggio non sono stati ricollocati e assorbiti, ma soppiantati tutti". Si tratta di coloro che ad oggi seguono le procedure per valutare l'annullamento dei sacramenti, principalmente dei matrimoni. Per fare chiarezza sul futuro di questi lavoratori, la Filcams Cgil nei giorni scorsi ha incontrato l'arcivescovo Corrado Lorefice insieme ai vertici della Conferenza episcopale siciliana (Ces).

"E' previsto da una norma che il personale - affermano il segretario generale Giuseppe Aiello e il segretario Manlio Mandalari, referente del settore - debba essere riassorbito e ricollocato. Abbiamo richiesto l'incontro per capire cosa accadrà ai lavoratori, per i quali siamo pronti alla mobilitazione per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e reddituali. Siamo in attesa che - continuano i sindacalisti - si svolga la Conferenza episcopale, il 7, 8, 9 marzo, per capire se anche a Palermo accadrà quanto è avvenuto a Caltanissetta. Se anche la diocesi palermitana vorrà recedere dal Tribunale Interdiocesano per costituire un proprio tribunale, chiediamo che la procedura venga garantita assicurando la giusta ricollocazione ai lavoratori, affinché non vengano lasciati in un limbo, tutelando quindi i massimi livelli occupazionali".

Il Papa avrebbe chiesto di accelerare sulla riforma, che prevede gli accorpamenti, ritenendo che nei Tribunali ecclesiastici ci sia meno lavoro di prima. "Dai dati in nostro possesso, il lavoro - concludono Aiello e Mandalari - invece non manca e anzi c'è un ritardo che non consente di portare avanti il nuovo lavoro”.


 

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