LETTORI. La lapide a Mario Francese e quei divieti di sosta "indigesti"
Lettera alla redazione di Pietro Terranova. "Giusto commemorare i morti, soprattutto quelli uccisi dalla mafia. Ma che la manifestazione che si svolge ogni 25 gennaio non diventi un gettito di entrate"
Di Pietro Terranova, Palermo.
Commemorare i morti, soprattutto quelli uccisi dalla mafia è un dovere civico, ma la cerimonia che annualmente la famiglia del giornalista Mario Francese organizza in viale Campania all'altezza del numero civico 14, abitazione di fronte la quale è stata eretta una lapide marmorea a ricordo, è diventata un vero e proprio gettito di entrate.
Cartelli mobili con un'iscrizione posticcia che sfiderebbe la vista di un falco, ordinano il divieto di sosta con rimozione forzata a tutte le macchine comprese quelle autorizzate alla sosta illimitata (scheda segnaletica P18 tassa annuale in quanto residenti) entro le strisce blu e ad una notevole distanza dalla predetta lapide. L'art. 159 del cds, recita una casistica di violazioni perchè possa autorizzarsi una rimozione coatta che ritengo superfluo indicare. In questa sede, ma che a lume di logica a parer mio non sono ascrivibili nella fattispecie. Quale tipo di intralcio potrebbe arrecare una macchina parcheggiata a 50 metri di distanza in un'arteria come viale Campania a due ampie corsie ad uno sparuto gruppo di partecipanti? Quali i motivi ostativi ad una cerimonia semplice?
Sensibilizzo codesta Redazione a voler far luce su un evento che puntualmente si ripete il 25 gennaio e che certamente ha l'aggravante di una disattesa interpretazione della norma scritta a tutto danno dei cittadini costretti ad un "vulnus animi": la folle ricerca della propria vettura verso l'ignoto. Un danno esistenziale che la Suprema Corte di Cassazione ha condannato con sentenza del 2011 n° 6712. E quindi passibile di azione risarcitoria.