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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Libertà

Il laboratorio teatrale del Don Bosco premiato dall'assessore alla Cultura

La compagnia di studenti ha trionfato al Festival nazionale di Teatro scolastico "Elisabetta Turroni" del Bonci di Cesena, con la rappresentazione "L'opera di Antigone". Myriam Leone e Gianpaolo Bellanca raccontano i segreti del loro lavoro

Due anni di successi teatrali premiati con un altro importante riconoscimento. L'assessore alla Cultura Francesco Giambrone ha  consegnato la medaglia onoraria della Città di Palermo agli studenti dell'Istituto "Don Bosco" Villa Ranchibile. Lo scorso aprile la compagnia teatrale della scuola, si è infatti distinta per aver vinto all'unanimità la 15^ edizione del Festival nazionale di Teatro scolastico "Elisabetta Turroni" del Bonci di Cesena, con la rappresentazione "L'opera di Antigone" di Sofocle, bissando così la vittoria della 14^ edizione.

L'assessore Giambrone ha espresso “grande apprezzamento per l'attività svolta dai giovani studenti del Don Bosco che, per due anni di seguito, hanno conseguito un premio nazionale di grande importanza e che perseguono con costanza e con grande amore una passione per il teatro, che va oltre l'impegno formativo richiesto dalla scuola. Con l'auspicio – ha concluso l'Assessore - che questa ed altre esperienze consimili possano entrare a far parte del progetto di candidatura della città a Capitale europea della cultura, che ha riscontrato tanto interesse e tanta attenzione nei ragazzi del Don Bosco”.

Premiati i ragazzi del laboratorio teatrale del Don Bosco

Il laboratorio di Teatro Classico del “Don Bosco Ranchibile” di Palermo, che esiste ormai da diversi anni, costituisce una macchina estremamente complessa, che si avvale, oltre che della competenza del regista, Gianpaolo Bellanca, anche della preziosa collaborazione di diversi docenti della scuola, oltre che della valorizzazione delle risorse personali dei ragazzi (il loro talento “artistico” nella costruzione delle maschere, nel suonare uno strumento musicale e nel saper cantare).

"La nostra è una scuola salesiana - spiega Myriam Leone, docente di latino e graco e curatrice del laboratorio teatrale -  e, secondo Don Bosco, il teatro costituisce una risorsa imprescindibile per gli allievi. Prima dell’avvio dell’anno scolastico, lavoriamo sul testo che intendiamo rappresentare, curandone la traduzione e, avvalendoci di diversi testi spesso di critica, pensando alla messa in scena in modo da rispettare il messaggio originario dell’autore ma anche da arricchire lo stesso di nuovi significati e implicazioni. A ottobre - prosegue l'insegnante - facciamo i provini a tutti i candidati per attribuire le parti e, subito dopo, cominciamo le prove. Dato l’alto numero di partecipanti, dividiamo i ragazzi in tre gruppi e, fino alle vacanze di Natale, ciascuno di essi prova una sola volta alla settimana. Da gennaio in poi, le prove diventano due (o tre) alla settimana, e da aprile in poi i ragazzi provano quasi ogni giorno".

"Il nostro laboratorio - dice Gianpaolo Bellanca, regista e anche lui docente presso l'istituto salesiano - è frutto di una grandissima passione per il teatro tragico greco  e, contestualmente, per il lavoro di messa in scena di un testo classico insieme a dei giovani in formazione. Negli ultimi anni abbiamo partecipato a diversi concorsi nazionali, vincendo per due volte il Primo Premio al Festival Nazionale dal Teatro Scolastico presso il Teatro Bonci di Cesena (con gli spettacoli 'Ecuba, la banalità del male', nel 2011, e 'L'Opera di Antigone' nel 2013) e il primo premio in occasione della Terza Edizione della Rassegna 'Amattori Insieme' presso il Teatro Vida di Gravina in Puglia (ancora con lo spettacolo 'Ecuba, la banalità del male'). Inoltre abbiamo avviato anche una produttiva collaborazione con l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa e con l’Accademia di Studi Teatrali 'Tito Livio' della città di Padova".  

Un lavoro extrascolastico impegnativo, sia per gli insegnanti che per gli studenti, ma con importanti ricadute didattiche: "Innanzitutto - raccontano Myriam Leone e Gianpaolo Bellanca - i ragazzi ogni anno, al termine della messa in scena, si stupiscono essi stessi della qualità del loro lavoro, con una conseguente crescita dell’autostima. Inoltre, nei lunghi mesi di prove, essi sviluppano una maggiore propensione alla disciplina e al lavoro di squadra, poiché capiscono che ogni loro battuta ha una ricaduta sull’economia complessiva della messa in scena. Come nella tradizione del teatro classico, recitano tutti  senza microfono (precisano orgogliosi, ndr) , dunque sviluppano una migliore capacità di controllo della propria voce e, come hanno notato diversi docenti, essi appaiono più pronti e più sicuri nelle interrogazioni orali".

Attività che, sottolineano i docenti, è importante anche sotto il profilo relazionale: "E' bellissimo vedere i legami che si creano fra i ragazzi durante un anno di lavoro volto alla realizzazione di un progetto comune, legami che essi mantengono anche al di là dell’esperienza teatrale. Dal punto di vista strettamente contenutistico - raccontano - i ragazzi, anno dopo anno, maturano una conoscenza dei testi classici profondissima, dal momento che li hanno 'vissuti dall’interno': per una sorta di 'miracolo catartico' si immedesimano a tal punto nei personaggi della messa in scena da affezionarsi ad essi e da sviluppare un vero e proprio amore per la tragedia rappresentata e, di conseguenza, per il teatro e per il mondo classico in generale".

Ovviamente non mancano delle criticità nello svolgimento dell'attività. "Le maggiori - spiegano i due docenti - riguardano l’ambito logistico: la gestione delle prove, le assenze dei ragazzi e la difficoltà iniziale a farli entrare all’interno di un testo classico, spesso distante dal loro universo culturale e concettuale. Riuscire a coordinare un così elevato numero di allievi, mantenendo alta la qualità della messa in scena, costituisce un’ulteriore difficoltà, soprattutto quando bisogna rispettare delle scadenza spesso brevi (andare in scena la prima settimana di maggio, dunque, durante l’ultimo mese di scuola, non è semplice …)". Piccoli problemi, che però scompaiono davanti alla grande soddisfazione per i riconoscimenti ricevuti.
           

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