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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Gli alunni dell'ICS "Renato Guttuso" alla riscoperta del territorio in compagnia di genitori e familiari

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Lo sentiamo anche noi: la forma futura della scuola è incerta. È piena, tale forma, di ambiguità, vincoli mutevoli e nuove sfide per gli studenti ma anche per gli insegnanti. Tuttavia, siamo tutti d'accordo sul fatto che l'istruzione è una pietra angolare di una società fiorente. Siamo collettivamente ispirati da una grande opportunità: se affrontiamo le esigenze contemporanee e progettiamo nuovi approcci, l'istruzione può essere davvero trasformativa. Conoscere il proprio territorio è, in questo scenario, un concedersi qualcosa in più senza escludere nient’altro. È un fare i conti con la realtà che ti circonda, è una questione di identità. Sentiamo spesso parlare dell'importanza del patrimonio culturale. Ma cos'è il patrimonio culturale? E di chi è l'eredità? Prima di tutto, diamo un'occhiata al significato delle parole.

Nel caso del "patrimonio culturale", il patrimonio non è costituito da denaro o proprietà, ma da cultura, valori e tradizioni. Il patrimonio culturale implica un legame condiviso, la nostra appartenenza a una comunità. Rappresenta la nostra storia e la nostra identità; il nostro legame con il passato, con il nostro presente e il futuro. La scoperta del territorio che, per il secondo anno, vede protagonista l'istituto comprensivo Renato Guttuso di Carini, rientra nella speciale categoria che ci piace chiamare: conoscere il proprio territorio.

"Conoscere il proprio territorio: qualcosa che potrebbe essere scontato, ma che purtroppo, per tantissimi alunni, desiderosi di gustare il mondo, non lo è affatto ascoltandone i rumori, apprezzandone i colori, gustandone la magnificenza" come ha sottolineato il professore Antonio Fundarò che, ancora una volta, ha voluto proporre una realtà laboratoriale immersiva artistico-paesaggistico-culturale-monumentale-archeologico-museale. "Siamo in Italia, siamo in un paese in cui, più di altri al Mondo, anche la zona più piccola, sperduta e apparentemente insignificante, nasconde di certo qualcosa che valga la pena scoprire (o riscoprire), promuovere e togliere dall’ombra" ha continuato il professore Antonio Fundarò che insieme al professore Luigi Longini hanno progettato un laboratorio (PON, finanziato sui fondi FSE dal Ministero dell'Istruzione, dal titolo brillantemente intuitivo e d'impatto "Turismo responsabile e ambiente - 2017 10.1.1A-FSEPON-SI-2019-590") capace di uscire dai cliché canonici e coinvolgere, non solo gli alunni delle classi prime e seconde della Secondaria di Primo Grado del prestigioso ICS Renato Guttuso di Carini (guidato con autentico trasporto pedagogico-metodologico dalla professoressa Valeria La Paglia, raro esempio di dirigente scolastico impegnato a 360° a riscoprire il valore della scuola attenta ai bisogni degli alunni in una dimensione di comunità e di territorio partecipato e condiviso) ma anche i genitori e gli altri familiari di ciascuno di essi. "Il sapere dove si vive, sapere quale siano i siti d’interesse culturale e turistico della propria area, in un perimetro che è andato dal golfo di Palermo a quello di Castellammare del Golfo, è un dovere a cui ogni giovane viaggiatore della vita, che si consideri tale, dovrebbe adempiere" ha sottolineato il professore Luigi Longini.

"Conoscere il proprio territorio è un vuoto da colmare, oltre che un’occasione da cogliere. L’occasione di poter essere piacevolmente sorpresi da qualcosa per cui non è necessario attraversare migliaia di chilometri in aereo; per cui non serve avere nessun tipo di visto o nessun documento particolare; per cui non c’è bisogno di preparare alcun bagaglio più o meno pesante. L’unica cosa da mettere nello zaino, o semplicemente da portare con sé, è un’abbondante dose di curiosità e la consapevolezza per la quale la scoperta, elemento fondante del viaggio, può manifestarsi anche a due passi da casa" ha fatto presente la dirigente scolastico Arch. Prof. Valeria La Paglia. Conoscere il proprio territorio prende anche le distanze da quell'altro insignificante dualismo (prima l'Italia e poi l'estero) messo in piedi da chi molto probabilmente il proprio territorio, invece, non lo vuole conoscere per niente e anzi, peggio ancora, lo considera di poco valore. Conoscere il proprio territorio è un concedersi qualcosa in più senza escludere nient’altro.

"È un fare i conti con la realtà che ti circonda, è una questione di identità" ribadisce la professoressa Valeria La Paglia, guida autorevole dell'istituto comprensivo Renato Guttuso di Carini. Conoscere il proprio territorio, molto spesso, è una riscoperta. Perché se è vero che viaggiare sia anche scoprire con occhi diversi, allora conoscere il proprio territorio è tornare ad ammirare bellezze che anni prima si erano solo viste con occhi da bambino svogliati e inadatti. Questo percorso, progettato all'interno di un progetto PON, risponde perfettamente, anche, ad una crescente domanda di socialità all'indomani di una due anni e mezzo che ha ridotto le capacità di movimento e le esperienze laboratoriali esterne alla scuola. Un plauso all'ICS Renato Guttuso di Carini per aver fatto trionfare, anche prolungando le attività didattiche, oltre la fine canonico della scuola (anche questa cosa rara e apprezzabile), quello che per Maria Montessori era il più rilevante laboratorio di cui poteva disporre la scuola e gli alunni: la natura. In questo caso in un laboratorio che ha messo insieme le catacombe paleocristiane con i Castelli (di Alcamo, Carini e Palermo), le grotte dei Puntali e di Carburangeli con il Parco d'Orleans e i numerosi animali in esso custoditi, i duomi di Carini, Palermo e Alcamo con il Museo No Mafia di Palermo e il Museo del vino di Alcamo, la costa dei Golfi di Carini e Castellammare con chiese speciali come la Martorana, San Cataldo a Palermo e quella degli Agonizzanti o l'oratorio del Santissimo Sacramento a Carini, la Torre d'avvistamento di Cinisi e la Tonnara, il Palazzo delle Aquile di Palermo e la Collegiata dei Gesuiti di Alcamo, e tantissimo altro ancora che non lascia spazio alcuno all'improvvisazione. C'è stata e c'è una progettualità meticolosa capace di consegnare agli alunni il culto della "curiosità" e ai tanti genitori coinvolti il valore della "partecipazione condivisa" della didattica. Queste sono le scuole che fanno la differenza e che sono interpretazione autentica della vera riforma in atto nella pedagogia della partecipazione alla gestione dei processi. Non solo nella fase della democrazia nella scuola (interpretata dagli organi collegiali) ma anche nella fase della cogestione democratica delle competenze di cittadinanza, in primis. Un grazie alla pasticceria di Castrenza Pizzolato per avere suggellato l'ultimo incontro con una preziosa sintesi delle tradizioni gastronomiche siciliane.

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