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Cronaca

"La mia corsa", Francesca La Mantia in tour per narrare la mafia ai bambini

L'autrice palermitana porta in giro per la Sicilia il suo ultimo libro. Si tratta di una storia ambientata in piena guerra di mafia. Il piccolo Pietro è un bambino che solo un giorno, grazie al giudice Chinnici e al vicequestore Cassarà, capirà che genere di "protezione" voleva offrire tale don Michele a suo padre

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Da lunedì 2 agosto, in Sicilia arriva "Prova a prendermi. La mia corsa in giro per l'Italia", il tour estivo di presentazione organizzato dall’autrice palermitana Francesca La Mantia per portare dalle Alpi all’estremo meridione la storia di Pietro, il piccolo protagonista del suo ultimo libro "La mia corsa. La mafia narrata ai bambini", edito da Gribaudo.

Il libro, ambientato a Palermo in piena guerra di mafia (1983), racconta la storia Pietro, un bambino che fin da piccolo viene dissuaso dalla finta bontà della mafia, vedendo in don Michele, e negli uomini come lui, delle brave persone, senza capire perché suo padre non vuole accettare la loro protezione o piegarsi ai loro "favori". Lo capirà solo più avanti, grazie alle parole del giudice Rocco Chinnici e del vicequestore di Palermo Ninni Cassarà, entrambi nel mirino degli esponenti mafiosi della città. Sarà proprio l’esempio di uomini coraggiosi come questi che faranno nascere in Pietro un bisogno sempre più forte di verità e giustizia.

Le tappe previste in Sicilia al momento sono quattro e si svolgeranno: lunedì 2 agosto a Messina, ore 19, al Mondadori bookstore di via Consolato del Mare, 35); martedì 3 agosto a Catania, ore 19, presso il tribunale per i minorenni e in collaborazione con l’associazione Libera e la Cgil di Catania; martedì 10 agosto ad Enna, ore 18,30, in piazza Francesco Crispi; giovedì 12 agosto a Sciacca (in provincia di Agrigento), ore 19, presso Borgo dello Stazzone, via Lido Esperando, 3-43.

Particolarmente importante, si legge in una nota, è l’appuntamento previsto a Catania, dove l’autrice presenterà il suo libro dialogando attivamente con alcuni esponenti dell’associazione Libera e della Cgil, tra cui: Carmelo De Caudo, segretario generale Cgil Catania; Pina Padella, responsabile legalità Cgil / Libera presidio “Pierantonio Sandri”; Dario Montana, esponente dell’associazione Libera; Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei minorenni di Catania.

La corsa di Pietro rappresenta la corsa, reale o immaginata, di tanti bambini. Ma anche di tanti adulti. E' la corsa di chi vorrebbe scappare da una realtà che non comprende, ma di cui avverte tutte le contraddizioni e l’ingiustizia. E' la corsa di chi pensa che soltanto altrove troverà opportunità e speranza, perché il posto dove gli è capitato in sorte di nascere è un posto "condannato", senza possibilità di cambiare - afferma don Luigi Ciotti, autore della postfazione del libro: "Pietro però non scappa, anzi a un certo punto ha l’intuizione di dirigere le sue falcate di bambino verso una meta precisa: è deciso a cercare risposte, o almeno qualcuno che lo ascolti. E ha la fortuna di trovarlo".
 
L’idea di "Prova a prendermi. La mia corsa in giro per l'Italia" nasce proprio dalla mente di Francesca La Mantia e dalla volontà di voler trasmettere un messaggio così importante a più persone possibili. “Un libro che sia chiama 'La mia corsa' - dichiara l’autrice - non poteva che viaggiare per tutta la nostra nazione, portando con sé non solo un messaggio di denuncia e memoria, ma soprattutto di speranza, amore e coraggio. Quest’anno in Dad ho avuto la possibilità di conoscere oltre 50 mila bambini: ora però voglio incontrarli di persona".

Il tour estivo, che l’autrice affronterà dall’inizio alla fine a bordo di una Citroen Picasso del 2007, è partito venerdì 2 luglio da Pescara, in Abruzzo, per continuare lungo tutta la penisola, passando per Valle d’Aosta e Lombardia, scendendo verso Toscana e Umbria per poi terminare in Calabria e Sicilia. Per la fine del tour, Francesca La Mantia avrà toccato 12 regioni italiane a testimonianza del fatto che la mafia e le nuove forme di illegalità non sono un problema solo del meridione, ma un fenomeno che interessa tutto il nostro Paese.

"Essere stata chiamata non solo nelle regioni del Sud (dove purtroppo il fenomeno della criminalità organizzata lo conosciamo bene), ma anche in alcune regioni del Nord - afferma Francesca La Mantia - mi ha resa davvero fiera del mio progetto. Essere invitata in posti come Aosta, Trieste, Gorizia, Ravenna, Milano e in Valtellina, mi ha fatto capire quanto bisogno ci sia di riconoscere che le nuove forme di illegalità e di mafia ormai si siano radicate da anni anche al nord. E questo vale anche per le zone del centro Italia come Umbria, Marche e Abruzzo, troppo spesso dimenticate".

"In realtà molti dicono che il mio viaggio sia un azzardo e magari è vero, ma credo che quando si ha l’urgenza di comunicare, conoscere e riconoscersi… allora devi prendere e andare. Sono sicura che Pietro farebbe come me e, anche una macchina scassata e di quarta mano, correrebbe comunque per portare un messaggio di libertà nel nostro Paese. Detto questo, casomai, se non doveste più avere mie notizie, venite a recuperarmi in qualche piazzola di sosta autostradale", conclude Francesca La Mantia.

Francesca La Mantia, classe 1985, nata a Palermo, vive e lavora tra Milano la Sicilia. Docente di latino, sceneggiatrice e regista cinematografica e teatrale, nel 2016 ha realizzato il film documentario "La memoria che resta", che racconta il sommerso e variegato mondo della resistenza, intervistando gente che non appare spesso in tv e sui libri, ma che ogni giorno combatte la sua lotta. Con Gribaudo ha già pubblicato "Una divisa per Nino".

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