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Cronaca Ustica

Ustica ritrova uno dei suoi gioielli: ripristinato l'itinerario archeologico subacqueo di Punta Falconiera 

Ricollocata la boa di ormeggio punto di inizio dell'immersione. Il percorso, realizzato circa 15 anni fa dalla Soprintendenza del Mare, va dai 10 ai 30 metri di profondità e consente di ammirare diversi reperti

Ripristinato l'itinerario sommerso di Punta Falconiera a Ustica. L'Isola, famosa in tutto il mondo per i suoi fondali, ritrova uno dei suoi gioielli grazie alla Soprintendenza del Mare, che in collaborazione con il Diving Center Marenostrum di Ustica, ha ricollocato la boa di ormeggio situata a poca distanza dal porto, punto di inizio dell'immersione archeologica che si snoda lungo un percorso che va dai 10 ai 30 metri di profondità. I subacquei della Soprintendenza del Mare della Regione, Pietro Selvaggio e Salvo Emma, con il supporto di Tatiana Geloso e Alessandro Gallo di Marenostrum, hanno effettuato l'intervento subacqueo per consentire ai diving center autorizzati, un ormeggio in sicurezza per la visita del sito.

L'itinerario

L'itinerario, realizzato circa 15 anni fa dalla Soprintendenza del Mare, è situato sotto la spettacolare falesia della Punta Falconiera e consente di ammirare, lungo un percorso che si snoda attraverso cadute e pianori ricchi di vegetazione e fauna, diversi reperti archeologici: ancore che vanno dal periodo arcaico fino al periodo bizantino, un'anfora integra oltre ad alcune ancore moderne che accreditano il sito come luogo di ancoraggio a partire dall’antichità e fino alle epoche più recenti.

“Ustica, capitale della subacquea riconosciuta a livello internazionale, deve riappropriarsi dei due itinerari archeologici già meta in passato di visite da parte di tanti subacquei italiani e stranieri. Questo – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - mentre la SopMare sta lavorando ad una migliore definizione e promozione della rete regionale degli itinerari archeologici subacquei, che offrono quel quid in più a chi vuole fare della vacanza in Sicilia un’esperienza turistico-culturale davvero unica”.

Per migliorare la qualità dei siti, in prossimità dei reperti, sono stati installati cartellini impermeabili esplicativi che indicano la tipologia del reperto stesso e la sua datazione. Inoltre, a breve, verrà ripristinato il sistema di visita tecnologico che consente, grazie ad un piccolo visore da porre al polso del subacqueo, l'individuazione dei singoli reperti e la possibilità di leggere la descrizione e vedere direttamente sott'acqua le foto del reperto nel suo utilizzo originario.

A poca distanza dal percorso, inoltre, ad una profondità di 82 metri, si trova il relitto di una nave romana che trasportava un cospicuo carico di anfore, individuata nei fondali dell’Isola di Ustica due anni fa. Grazie ad un’operazione svolta in collaborazione con la Guardia di Finanza, l'Università di Malta, l'associazione Progetto Mare e un team di subacquei altofondalisti siciliani, la Soprintendenza del Mare ha effettuato le operazioni di rilievo e documentazione del relitto profondo, producendo la realizzazione del documentario di Riccardo Cingillo "La nave romana di Ustica". 

"La Soprintendenza del Mare - dichiara il Soprintendente Ferdinando Maurici - continua l'azione di ripristino degli itinerari culturali subacquei verso un progetto organico di messa a sistema dei percorsi siciliani. Con la ripresa del turismo, e in particolare di quello subacqueo dopo il lungo periodo segnato dalla pandemia e dal blocco delle attività turistiche, la possibilità di tornare sott'acqua per ammirare le vestigia del passato ci sembra una ulteriore occasione per una buona ripresa delle attività”.

Per visitare gli itinerari, è necessario contattare i diving center dell'isola autorizzati dalla Soprintendenza del Mare ad effettuare le immersioni. Nelle prossime settimane è previsto il ripristino del secondo itinerario e la realizzazione di materiale divulgativo.

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