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Cronaca Isola delle Femmine

Il fondale marino di Isola torna a "respirare" rimossa una rete di oltre 2.500 metri

L’operazione è stata realizzata dai sub di Marevivo con il supporto del nucleo subacqueo dei carabinieri e della guardia costiera. Si tratta di una spadara, pericolosa per la fauna marina e illegale in Italia dal 2002

Le attrezzature da pesca abbandonate sono i rifiuti maggiormente rinvenuti nei mari di tutto il mondo e rappresentano una delle più serie minacce alla biodiversità marina: per questo la divisione subacquea di Marevivo si è immersa nelle acque dell’Isola delle Femmine e di San Vito Lo Capo liberandole da due reti fantasma, tra cui una rete spadara derivante lunga oltre 2.500 metri. Le spadare sono estremamente pericolose per la fauna marina e per questo, anche grazie al lavoro di Marevivo, sono illegali in Italia dal 2002. Nonostante questo continuano a essere utilizzate minacciando gli ecosistemi marini.

L’operazione – condotta nell’ambito di Linea Gialla, il progetto di tutela ambientale di Dhl Express Italy e Federazione Italiana Pallavolo in collaborazione con Marevivo che si svilupperà in diverse tappe sul territorio nazional - è stata realizzata dai sub di Marevivo con il supporto del nucleo subacqueo dei carabinieri e della guardia costiera coadiuvati dai biologi marini di Marevivo che hanno assistito alle operazioni e fatto un’attività di analisi dello stato della rete che era adagiata su un fondale caratterizzato dalle tipiche biocenosi del coralligeno Mediterraneo.

I fondali di Isola delle Femmine liberati dalle "reti fantasma"

I danni arrecati all’ambiente marino non si limitano all’inquinamento: una volta abbandonate, le attrezzature da pesca diventano vere e proprie trappole che occupano i fondali o che, trascinate dalle correnti, continuano a imprigionare e a pescare mettendo in pericolo la fauna e la flora marina, con il risultato che ogni anno circa 100.000 mammiferi marini e un milione di uccelli marini muoiono a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma o ingestione dei relativi frammenti.

Per questo dal 2003 la divisione subacquea di Marevivo conduce ogni anno operazioni di recupero di reti abbandonate e di bonifica dei fondali in numerose località italiane, recuperando in questi anni oltre 9.000 metri di reti abbandonate.
 
“Questi ultimi due recuperi testimoniano la grande presenza di reti fantasma abbandonate sui fondali dei nostri mari - spiega Massimiliano Falleri, responsabile della divisione Subacquea di Marevivo - e conferma l’importanza della collaborazione tra la comunità dei subacquei, Marevivo e le Istituzioni. Questi recuperi sono stati decisamente impegnativi sia per le dimensioni delle reti recuperate e per la loro natura - a Isola delle Femmine la rete recuperata era infatti una rete spadara derivante di oltre 2.500 metri - sia per la profondità a cui i subacquei hanno dovuto operare. La rete di San Vito lo Capo, inoltre, copriva una bellissima parete intrappolando moltissime forme di vita". 
 
"La sostenibilità è per noi una priorità, il pianeta è la nostra casa e dobbiamo tutelarlo - sottolinea Nazzarena Franco, Ceo di Dhl Express Italy - gli atleti e le atlete del volley insieme aIPAV, che coinvolge migliaia di giovani, ci sembrano i migliori ambasciatori per un tema così importante. Il futuro è nelle nostre mani, le nuove generazioni sono particolarmente attente ai temi di ecologia e ambiente ed è soprattutto a loro che noi vogliamo rivolgerci, per dare un futuro che parte dal presente. Per questo abbiamo scelto di unirci anche a Marevivo per proteggere e tutelare anche gli ecosistemi più fragili. Ci impegniamo ogni giorno per dare il nostro contributo ad un futuro migliore".
 

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