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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Orlando: "Io tra merda e sogni di Palermo, nessuno come me negli ultimi 40 anni"

Le dichiarazioni dell'ex sindaco contenute in un'intervista inedita allo scrittore Giorgio Vasta, nel libro in uscita il prossimo 13 aprile, in occasione del primo anniversario della morte di Letizia Battaglia: "Io sono la fotografia dei vizi, dei meriti e dei pregi di questa città"

"Il tempo e la libertà: questi sono gli elementi che, messi insieme, spiegano perché a Palermo non c’è uno come me che possa fare il sindaco. Nessuno negli ultimi quarant’anni si è così fortemente immerso nella merda e nei sogni di una città come ho fatto io, nessuno ha fatto così profondamente propria la vita della città: nessuno. Io sono la fotografia dei vizi, dei meriti e dei pregi di questa città". Chi parla, ma forse non c'è neanche troppo bisogno di specificarlo, è Leoluca Orlando in un'intervista inedita allo scrittore Giorgio Vasta, contenuta nel libro "Come il sogno. Il racconto di Palermo"  (Glifo Edizioni, pp. 256, 18 euro) in uscita il prossimo 13 aprile, in occasione del primo anniversario della morte di Letizia Battaglia.

L'intervista di Perriera propiziata da Letizia Battaglia

E' proprio la leggendaria fotoreporter a innescare il volume, che è una sorta di guida tra istituzioni e politica della città, con una serie di scatti e firmando la prefazione. Ed è la stessa Battaglia a propiziare la mitica intervista di Michele Perriera a Orlando, datata 1988. "Insomma devi farmi questa intervista. Non è una sviolinata che ti chiedo, ci mancherebbe, e poi a chi servirebbe? Serve la verità, se è possibile. Perché da un giorno all’altro Orlando cade e c’è gente che farà di tutto per far dimenticare che razza di città voleva", dice appunto Battaglia a Perriera, con quest'ultimo che bracca l'allora quarantenne Orlando, alla prima sindacatura, per un lunghissimo colloquio durante un viaggio in auto blindata verso... Capo d'Orlando, ironia della sorte.

"Il simbolo di Palermo è un elefante"

E se il dialogo fra Perriera è già noto, nel libro di nuovo c'è appunto la "confessione" offerta dal Professore a Vasta durante l'ultima sua esperienza a Palazzo delle Aquile, prima dell'avvento di Roberto Lagalla. "Essere ancora qui", s'intitola, dunque, il capitolo firmato da Vasta, che si apre con la metafora di Palermo paragonata a un elefante, distopica se si pensa che il mammifero gigante è in realtà il simbolo di Catania. "Io sostengo che il simbolo di Palermo è un comune elefante". Con queste parole l'allora primo cittadino, il 7 ottobre 2021, accoglie a Palazzo delle Aquile, il romanziere per la lunga intervista. "L’elefante ha una caratteristica", dice il sindaco a Vasta. "Non si annaca: non oscilla, non si dondola. Tra tutti gli animali, l’elefante non conosce l’annacamento". E ancora: "Per me l’elefante è un riferimento costante perché è tanto il modello di ciò che Palermo è, quanto di quello che vorrei che fosse".

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