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Cronaca

Mangia sprona gli imprenditori: "Inutile piangersi addosso, battiamo la burocrazia"

Il presidente della Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio intervistato da PalermoToday: "La stragrande maggioranza delle imprese versa in condizioni drammatiche, schizofreniche alcune delle scelte fatte dall'Amministrazione"

Nella vita, a volte, bisogna imparare a non prendersi troppo sul serio e per rendere l'idea Gigi Mangia gira con alcune matite colorate nel taschino. Imprenditore classe 1956, proviene da una famiglia che ha gestito fino al 2006 una salumeria storica. "La nostra fortuna - ammette il ristoratore - la fece Raimondo Lanza di Trabia che, al primo giorno di apertura, comprò tutti i prodotti che avevamo".

Oltre a gestire un ristorante nel centro storico della città, da 7 anni è presidente della Federazione italiana pubblici esercizi, una delle compagini di Confcommercio. Il periodo, per il settore, non è certo dei più rosei ma per Mangia è inutile piangersi addosso. E se da una parte punta il dito contro alcuni "mostri" da sconfiggere, come pigrizia, divisioni e burocrazia, dall'altro crede che i palermitani dovrebbero mostrare maggior attaccamento alla propria città e per farlo lancia un appuntamento in programma per il 30 marzo.

Di quale appuntamento parla?
"Un'acchianata fuori tempo, ma nel tempo. Una scampagnata sul Monte Pellegrino, nello stesso giorno dell’anniversario dei Vespri siciliani che, quest’anno, cade di domenica. Si tratterà di un’ascesa al monte per fare una richiesta accorata alla nostra santuzza: ridarci l’allegria, la voglia di condivisione, la voglia di lavorare per rendere più bella e attrattiva Palermo e rendere felici le nostre famiglie. Credo che tutti si dovremmo darci una svegliata, altrimenti resteremo intrappolati in questo sonno eterno".

Qual è la situazione nel suo settore?
"Oggi la situazione del nostro comparto è molto variegata e infatti, a fronte di pochissime realtà innovative che producono ricchezza, la stragrande maggioranza delle imprese versa in condizioni drammatiche: costi troppo elevati d’esercizio, una tassazione iniqua e vessatoria, un esempio per tutti l'Irap, una troppo esosa richiesta di contributi previdenziali a fronte di una bassissima ricaduta sul welfare dei lavoratori, stipendi troppo bassi per i nostri collaboratori e costi del lavoro troppo alti per le imprese. Il periodo che stiamo vivendo non ha precedenti: crisi strutturale, dei consumi e di fiducia, sono alcune delle cause di questa situazione dalla quale si può uscire soltanto con una rinnovata fiducia in noi stessi e con la speranza in un progetto più grande del quale siamo chiamati a far parte. Si può davvero uscire da questa impasse soltanto con adeguate misure riguardanti l’economia, le politiche del lavoro e il welfare. A livello amministrativo, mi piacerebbe che si comprendesse l’importanza che i pubblici esercizi hanno sul territorio, quali veri ambasciatori della nostra bellissima città".

mangia-3E invece la politica cosa sta facendo?
"Me lo chiedo anche io. Definisco schizofreniche alcune delle scelte fatte dall'Amministrazione. Ben vengano i controlli, anzi, i commercianti onesti li richiedono. Ma pensare di punire un esercente per qualche pianta messa sul marciapiede lo trovo assurdo. Specie se si pensa che a volte servono per 'tappare' le buche nei marciapiedi o per dare una parvenza di dignità negli spazi esterni. Serve maggior dialogo fra politica e imprenditoria, dove quest'ultima viaggia e parla una lingua molto più rapida e non può essere frenata. Ricordiamoci che Palermo negli ultimi 5 anni ha perso 16 punti di Pil".

Possibili soluzioni?
"Ritengo una buona idea quella della creazione di un brand palermitano, che spinga a lavorare in sinergia per ottenere maggior potere d'attrattiva. Le divisioni creano debolezza. Con un maggiore coordinamento potremmo permettere la crescita culturale ed economica della categoria. E’ necessario che si investano tutte le energia che Palermo ed i palermitani sono capaci di produrre per migliorare servizi ai cittadini e ai viaggiatori per rendere davvero più fruibile e desiderabile la città, con tutte le ricadute positive che avrebbe sul turismo, uno dei due settori che potrebbero maggiormente spingere l'economia. Dobbiamo essere noi tutti promotori di una rifondazione colta, fondata sulla valorizzazione delle nostre tradizioni, soprattutto gastronomiche, dove un ruolo fondamentale lo giocano i tanti professionisti di fama internazionale che abbiamo 'partorito'".

E l'altro settore quale sarebbe?
"Proprio quello dell'enogastronomia. Nell'ultimo periodo c'è stato un exploit di programmi di cucina e per questo sempre più spesso la gente vuole avvicinarsi a questo mondo, dimenticando che questo è un mestiere che può diventare arte solo se c'è una base solida di tecnica, spirito di sacrificio ed inventiva. E non è giusto considerarlo un business come tanti altri, i pubblici esercenti hanno in custodia la salute dei propri clienti, non dimentichiamolo. Per questa ragione l’associazione dei Pubblici Esercizi di Confcommercio ha intenzione di chiedere il ripristino degli esami in Camera di Commercio per certificare le qualifiche degli assistenti di sala e di cucina. Questo mondo fatato, però, è minacciato da quelle realtà che si nascondono dietro circoli e associazioni che altro non sono che attività abusive. Parliamo di realtà che vivono dell'evasione totale e dove non c'è alcuna certezza di sanità alimentare. Purtroppo la gente va in questi posti a mangiare non capendo che non sta risparmiando nulla e che il conto 'sociale' lo pagheranno comunque loro stessi".

Quali applicazioni tecnologiche si possono adottare nel vostro settore?
"Penso ad uno sviluppo del cosiddetto Qr code, da apporre per esempio nei menu o direttamente su certi prodotti. Così facendo il consumatore può avere tutte le informazioni che vuole su una pietanza, dall'apporto calorico agli ingredienti utilizzati, dalla sua preparazione al suo costo. Oppure su determinati prodotti, come le bottiglie di vino: fotografando il codice se ne può avere la scheda tecnica e se dovesse essere di gradimento se ne può ordinare il quantitativo che si desidera direttamente. Oppure immagino, ma già casi del genere esistono, nuove forme di pagamento digitale, così da ridurre i casi di evasione fiscale. Ma non bisogna demonizzare il contante, molto utile per noi ristoratori quando facciamo la spesa nei mercati. Non dimentichiamo che l'unica impresa innovativa premiata ultimamente è quella che ha trovato un modo nuovo di veicolare i prodotti delle cucine dei ristoranti fino al domicilio del cliente".

Prossimi progetti di Confcommercio?
"Prossimamente dei ragazzi da noi formati gireranno nei pubblici esercizi per spiegare le convenzioni ed i vantaggi di affiliarsi con Confcommercio che,  ma ovviamente sono di parte, rappresenta un'assoluta certezza. L'intenzione è anche quella di creare un circuito in cui entrare per attrarre i turisti, per esempio direttamente all'uscita dalle navi da crociera. Abbiamo convenzioni che anche a Milano ci invidiano, garantita dalla presenza capillare negli 82 comuni siciliani. I vantaggi sono: posta elettronica certificata con pochi euro, domini internet e assicurazioni, convenzioni bancarie, assistenza sanitaria integrativa, percorsi preferenziali per la composizione di eventuali vertenze attraverso gli  enti bilaterali grazie agli accordi stipulati dalla nostra confederazione e Cgil, Cisl e Uil".

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