Guglielmino canta "Via Candelai", "Mi incazzo con Palermo, ma la amo"
Ha vissuto a Milano e a Varsavia, ma è tornato nel 2004 per dedicarsi alla sua musica. In questi giorni è uscito il secondo album del cantautore trentenne. "In questa strada a seconda dell'ora, incontri persone diverse, fai esperienze strane..."
Fabio Guglielmino è un musicista palermitano e fiero di esserlo. Ha vissuto a Milano e a Varsavia, ma è tornato nel 2004 per dedicarsi alla sua musica. In questi giorni è uscito il secondo album del cantautore trentenne, "Via Candelai" (GUARDA IL VIDEO).
Cominciamo dalla "title track", perchè proprio via Candelai?
Perchè è una strada molto rappresentativa della città, contraddittoria come Palermo. Nella canzone volevo rappresentare una passeggiata, ma non potevo farne una ovvia, ad esempio intorno al Teatro Massimo. In via Candelai, a seconda dell'ora, incontri persone diverse, fai esperienze strane, è un flusso d'immagini contrastanti e multiculturali.
A proposito di multiculturalismo, nella canzone si avvertono alcune influenze di musica "esterna".
Volevo dare anche un'idea di afosità, e con quel ritmo cadenzato la musica andalusa era perfetta. L'ho ottenuta grazie al mandolino di Vincenzo Amodeo e alla magnifica voce di Rosita Riccobono che canta la "Canciòn que nunca diré" di Garcìa Lorca. Non mi sono allontanato troppo comunque, in fondo anche l'Andalusia è a sud d'Europa, proprio come la nostra isola. E quando sono all'estero mi scambiano sempre per spagnolo!
Qual è il tuo rapporto con Palermo?
Palermo si merita qualcuno che la canti, cosa che è già stata fatta per tante città italiane. Sicuramente è particolare, non completamente sereno. Non dico di avere un rapporto "odi et amo", ma quasi. Nel senso che si, la amo, ma spesso mi fa anche incazzare. Parlo di un certo attegiamento vigente del "ma che lo fai a fare". E' quello che cerco di descrivere in canzoni come "Il filosofo e il cane" o "Mix di favole", dove parlo di qualunquismo e di sognatori che vengono trattati come animali, come numeri.
Dai molta importanza ai testi quindi?
Conto molto sui contenuti, anche perchè la mia musica è semplice e diretta, è rock. Il rock parla di vita, racconta le storie. Per me è anche uno sfogo, perciò tendo a soffermarmi su temi importanti, senza prendermi troppo sul serio, cercando magari di analizzarli da un punto di vista non convenzionale. In "Come una lucciola", ad esempio, parlo di un legame forte, così forte da superare qualunque problema di e sul genere.
Mi hanno detto che sul palco dai il meglio di te.
Le mie influenze, le mie fonti di ispirazione sono artisti come Bruce Springsteen, gli U2, Bon Jovi e Rolling Stones. E' ovvio che prendo da loro anche la fisicità che mettono negli spettacoli. Per me un concerto dev'essere uno show completo. Stare sul palco è la mia vita, poter vedere le persone sorridere, ballare e saltare. E' un momento fondamentale, in cui ti liberi dai vincoli e le strutture del disco.