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Cronaca

Fiandaca: "Vangelo antimafia non sia imposto da star mediatiche"

Intervenuto in apertura della sessione dedicata al Sistema penale

Giovanni Fiandaca è intervenuto in apertura della sessione dedicata al Sistema penale: “Noi studiosi  - ha esordito Fiandaca - avvertiamo da qualche tempo l’esigenza di ripensare i modelli delle strategie antimafia. E’ necessaria una verifica critica, una rinnovata progettazione”. Il riferimento di Fiandaca non è solo al sistema legale e a quello giudiziario, all'aggiornamento cioè della “cassetta degli attrezzi tecnico giuridici”.

Per il direttore del Dems il problema è più generale: “E’ lo stesso approccio della politica e della società civile che va ripensato e rivisto. C’è una crisi evidente di alcuni concetti e di alcune parole. Abbiamo bisogno di  meno retorica, meno ritualismi e meno falsi unanimismi, meno interessati opportunismi. C’è anche un business antimafia oggi, e di questo bisogna prendere atto. Abbiamo invece un’esigenza di maggiore pluralismo, di maggiore spirito critico, di maggiore confronto reale su come interpretare i fenomeni mafiosi”. Continua Fiandaca:  “Il vero vangelo antimafia non può essere imposto né da grandi star mediatiche che vogliono dettare l’agenda al governo, né da  alcuni esponenti politici che, come accaduto nel caso del dibattito sul 416 ter, si fanno interpreti di una sorta di volontà popolare:  è un atteggiamento che rasenta il populismo penale.

E allora, come si cambia l’antimafia? “E’ un’impresa collettiva, con diversi attori e diverse realtà in campo: la politica, la società civile, la magistratura, la cultura e in particolar modo la cultura universitaria. Ci sono, nelle università italiane, competenze che non vengono spesso ascoltate come dovrebbero”.

In questo senso è un segnale importante la convenzione di ricerca che verrà stipulata in mattinata tra Università di Palermo, Università Cattolica, Commissione Antimafia e Procura nazionale Antimafia. Le istituzioni metteranno a disposizione i loro database per gli studiosi delle università, per permettere loro un migliore studio dei fenomeni mafiosi e la conseguente elaborazione di proposte di contrasto.

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