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Voto di scambio / Carini

L'incontro al bar e la trattativa per comprare i voti: "Se vinci ci devi favorire con un assessorato..."

Le intercettazioni dell'operazione "Feudo", che ha portato all'arresto del candidato Salvatore Ferrigno, di Giuseppe Lo Duca e Piera Loiacono. Il boss di Carini avanzava la sua richiesta di denaro (5 mila euro) per procacciare le preferenze per l'ex deputato nazionale di Forza Italia: "Io posso corrispondere per quattro paesi..."

"Gli ho detto ‘se tu vinci innanzitutto là dentro ci devi favorire... con un assessorato... e questo assessorato…’ gli ho detto ‘io me lo divido con questo ragazzo… Allora, se un assessorato vale diecimila... dodicimila euro…’ gli ho detto ‘io mi devo dividere…’ gli ho detto ‘sti soldi con quel ragazzo... perché io lo devo fare crescere’". A dirlo, come emerge dalle intercettazioni dell’operazione Feudo, è stata Piera Maria Loiacono, finita questa mattina in carcere, insieme a Salvatore Ferrigno - candidato alle Regionali con Popolari e Autonomisti di Raffaele Lombardo (lista della coalizione di centrodestra) - e Giuseppe Lo Duca, ritenuto dagli investigatori esponente di spicco della famiglia mafiosa di Carini. I tre sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso.

Il passaggio viene riportato nell’ordinanza firmata dal gip Fabio Pilato che ha accolto le richieste avanzate dalla Direzione distrettuale antimafia al termine delle indagini condotte dal Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri. Dalle intercettazioni viene fuori un quadro che delineerebbe un patto corruttivo studiato in vista dell’election day del prossimo 25 settembre. Secondo quanto accertato dagli investigatori, Loiacono - che avrebbe mediato i rapporti tra Ferrigno e Lo Duca - lo scorso 2 settembre si era incontrata in un bar della provincia con il politico prospettando un "pacchetto di voti" raccolti tra Carini, Cinisi, Terrasini e Torretta in cambio di 20 mila euro. Cifra poi "scontata" al termine di una trattativa.

Arresto Ferrigno intercettazioni

Subito dopo l'incontro la donna riferiva all'uomo d'onore le difficoltà economiche del candidato. "Allora quello soldi non ne ha perché dice che i soldi li devono portare dall'America... perché ha il conto in America... dice: 'Non ho queste disponibilità'. Siamo rimasti così... gli ho detto: 'Tu... qua... vedi quelli che puoi trovare...'". Al termine della "trattativa" Loiacono e Ferrigno si sarebbero accordati per uno sconto: 5 mila euro complessivi a fronte dei 20 mila inizialmente richiesti. "Però a tira e molla - diceva la donna a Lo Duca non sapendo di essere intercettata - per quattro paesi lui può uscire 5 mila euro. Non ne può uscire tanti perché lui si vuole fare l'intera operazione con quei soldi... a tempi di carestia... non ne ha soldi da parte". Una controproposta accettata da Lo Duca ma "solo per iniziare".

Alla fine l'aspirante candidato avrebbe consegnato alla donna poco più di mille euro. Lo scambio sarebbe avvenuto lo scorso 17 settembre in un bar di Carini. "Trovo altri cinquemila euro", le avrebbe detto. A Ferrigno, come emerge dalla ricostruzione del gip, viene riconosciuta una "una pervicace progettualità criminosa". "Circostanza che - si legge nel provvedimento - merita di essere evidenziata". Poi vengono menzionati alcuni passaggi di una conversazione in cui candidato, "nel tentativo di tirare sul prezzo e ridurre l’esborso dovuto per l’appoggio elettorale, avrebbe tentato di allettare i suoi interlocutori con la prospettiva di accedere a futuri progetti aventi ben più ampi margini di guadagno rispetto al risibile compenso richiesto per la raccolta di voti". "Appena ci vediamo - diceva Ferrigno a Loiacono - ti spiego di alcuni progetti che ci possono cambiare completamente perché quando si parla, si deve parlare…".

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Tra gli obiettivi c’era infatti quello di accaparrarsi un assessorato per mettere le mani su progetti più importanti. "Eh no, no, ci dobbiamo cambiare...", dice lei. E Ferrigno: "...di soldi grossi...". La donna replica: " ... ci dobbiamo cambiare... (incomprensibile) ...". E lui: "di progetti...". Lo Iacono dice: "Ho pensato anche un'altra cosa", "…di, e... di progetti della comunità europea, di fondi comuni...", risponde il candidato. "Di queste cose dobbiamo parlare di quello che è interessante…". Anche perché Lo Duca non avrebbe fatto niente per niente: "Tu pensi che noialtri andiamo a fare una campagna elettorale senza guadagnare una lira?". "Minimo ci vogliono mille euro a paese", diceva, non sapendo di essere intercettata, Piera Loiacono, anche lei finita in manette, al boss, che replicava "Minimo! Mille euro niente sono Pie'".

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