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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
Cronaca Zen

Dire "negri bastardi sporchi e fitusi dovete morire" non è propaganda razzista: assolto

L'imputato, residente allo Zen, su Facebook aveva inviato un audio nella chat privata di una donna residente al Nord con un serie di insulti contro i migranti, augurando loro di "affondare e crepare". Il giudice ha ritenuto che "il fatto non sussiste" e lo ha scagionato

Augurava a quei "bastardi, sporchi negri fitusi" di "morire affondati", così come auspicava "la morte a voi della sinistra", sostenendo che "tutti i negri dell'Africa si devono pentire di arrivare in Italia", è questo - in sintesi - il contenuto di un file audio inviato da C. L. N., 37 anni, residente allo Zen, nella chat di Facebook di una donna residente al Nord, il 9 agosto del 2019. Un messaggio terribile che, tuttavia, secondo il gup Lorenzo Jannelli non integrerebbe il reato di "propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale", contestato dalla Procura.

L'uomo, che era finito a processo dopo la denuncia della signora che aveva ricevuto il file, è stato infatti assolto dall'accusa, con la formula piena "perché il fatto non sussiste". Il giudice, che lo ha processato con il rito abbreviato, ha accolto le tesi dell'avvocato Maurilio Panci (nella foto) e respinto quelle del pubblico ministero. Non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza, ma difficilmente si può considerare "propaganda" un messaggio inviato ad un singolo e, seppure su un social network, comunque in una chat privata.

avvocato maurilio panci-2Il contenuto dell'audio era inequivocabile e l'imputato aveva usato con convinzione un profilo con il suo nome e cognome per inviarlo: "Perché - aveva chiesto alla destinataria - non te li porti tutti a casa? Quei bastardi e figli di t... dei clandestini. Gli auguro di morire affondati, tutti i negri dell'Africa devono morire, devono morire ammazzati questi bastardi di clandestini africani, devono crepare tutti, gli auguro una morte affondante, se ne devono pentire che arrivano in Italia, quei figli di t... dei clandestini, devono morire, devono morire... Gli auguro una morte a voi della sinistra e a loro, quei bastardi sporchi negri fitusi". Dopo la denuncia della donna erano partiti gli accertamenti per rintracciare il titolare dell'account, che era poi finito a giudizio.

L'avvocato di C. L. N. ha sostenuto che, in base alle norme vigenti, la propaganda di idee è tale se è finalizzata ad influenzare il comportamento o la psicologia di un vasto pubblico e a raccogliere adesioni, cosa che con un audio in una chat privata non potrebbe verificarsi. Inoltre, il penalista ha sottolineato che l'odio razziale è integrato non da qualsiasi sentimento di generica antipatia, insofferenza o rifiuto riconducibile a motivazioni attinenti alla razza, alla nazionalità o alla religione, ma solo da un sentimento idoneo a determinare il concreto pericolo di comportamenti discriminatori. Cosa che, in questo caso, non sarebbe avvenuta. Infine, come prevede la legge, va considerato anche il contesto in cui avviene la condotta, in modo da contemperare i principi di pari dignità e di non discriminazione con quello della libertà di espressione. Tesi che avranno convinto il giudice, che ha deciso di assolvere l'imputato.

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