rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Insulti e offese al presidente della Repubblica sui social network, condannati in due

Il palermitano Manlio Cassarà e il milanese Davide Palotti rischiavano fino a 15 anni di carcere, ma il giudice ha ritenuto insussistente l'accusa più grave, quella di aver attentato alla libertà di Sergio Mattarella, e ha inflitto un anno e un anno e 4 mesi. I due finirono sotto inchiesta dopo gli attacchi al capo dello Stato della fine di maggio del 2018

Rischiavano fino a 15 anni di carcere per essersi lasciati andare ad insulti e commenti offensivi sui social contro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che alla fine di maggio del 2018 aveva scartato la proposta di nominare Paolo Savona al ministero dell'Economia, avanzata dall'allora governo M5S-Lega, guidato da Giuseppe Conte. Adesso in due, un palermitano e un milanese, sono stati condannati a pene molto più lievi dal gup Giuliano Castiglia, che li ha processati con il rito abbreviato. Mattarella non si è costituito parte civile. 

Nello specifico, a Manlio Cassarà, 41 anni, originario di Palermo, è stato inflitto un anno, mentre all'altro imputato, Davide Palotti, di 56, un anno e quattro mesi (è difeso dall'avvocato Walter Cutrono). Le accuse formulate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Gery Ferrara e Luisa Bettiol hanno retto solo in parte: il giudice ha ritenuto sussistente infatti solo il reato di offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica, ma non quelli - ben più gravi - di attentato alla libertà alla presidente della Repubblica e di istigazione a delinquere.

Cassarà su Twitter aveva scritto: "La mafia ha ucciso il #Mattarella sbagliato", riferendosi all'uccisione del fratello del capo dello Stato, Piersanti, trucidato da Cosa nostra. Palotti, invece, nel gruppo Facebook "Sergio Mattarella" aveva pubblicato una foto del presidente della Repubblica a testa in giù e aggiunto nei commenti: "Se lo meritava Mussolini, questo se la merita tutta" e "non avendo la possibilità di una foto col cappio a testa in giù va benissimo, come ho risposto sopra ad altri non è Mattarella indegno di trovarsi a testa in giù, è stato un altro che non meritava questo oltraggio, non viceversa". 

Altri sette "haters", tra cui un altro palermitano, Mirko Bonomo, di 33 anni, hanno invece scelto il dibattimento e per loro il processo di primo grado è in corso.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Insulti e offese al presidente della Repubblica sui social network, condannati in due

PalermoToday è in caricamento