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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Tribunali-Castellammare / Via Maqueda

L'installazione delle polemiche e il "caso" del crollo, inaugurata l'opera di Sassolino ai Quattro Canti

L'opera, "Elisa", è composta da una pedana in cemento e da un braccio meccanico, che dopo un paio d'ore dalla sua entrata in funzione è caduto. Non si sarebbe trattato di un incidente ma farebbe parte di un "percorso emozionale"

In un primo momento c’è stata curiosità per quello che però sembrava solo l’ennesimo cantiere in centro. Poi è toccato allo scetticismo, che ha diviso la città in due “fazioni”, e infine c'è stato spazio anche per i giudizi, diventati ancor più critici dopo il presunto crollo dell’installazione che però avrebbe fatto parte del copione. E’ stata inaugurata oggi ai Quattro Canti l’opera di Arcangelo Sassolino, intitolata dallo stesso artista "Elisa", voluta dalla Fondazione Falcone e dal Comune in occasione del trentennale delle stragi.

Sgarbi accanto all'installazione

"Più che una scultura - ha detto il critico d’arte Vittorio Sgarbi, alla vigilia dell'inaugurazion - è un’idea che pone l’accento sul degrado legato alla violenza della mafia, sull’abbattimento di edifici liberty per sostituirli con il cemento armato, alla speculazione selvaggia. Un’immagine meccanica della contemporaneità che non vuole competere come scultura ma come concetto. La ruspa come conseguenza di una vittoria contro la mafia e il male".

L'opera di Sassolino: cos'è e perché è lì

Per giorni la maestranze hanno lavorato in piazza Vigliena, lo storico quadrivio che divide la città in quattro mandamenti, stuzzicando i palermitani e i tanti turisti. "Ma che è sta roba?", si sono chiesti in molti. L’installazione è composta da una pedana esagonale in cemento dalla quale emerge il braccio meccanico di un escavatore che questa mattina è stato messo in funzione.

La Fondazione Falcone, presentando l’opera, l’ha così descritta: "Nel salotto della più fragile grande bellezza dell’architettura storica della città, la brutalità del cemento, seppur temporaneo, e l’ottusità della macchina demolitrice, che mangia tutto, anche il suo stesso altare di presunzione. Opera dissacrante, spastica, accusatoria verso quella palude culturale che fa urlare contro l’arte contemporanea nei luoghi storici e premia gli indifferenti, ai moderati che negli anni hanno taciuto sull’abusivismo speculativo di Cosa nostra e del Sacco di Palermo".

Questa mattina, tra gli eventi legati al trentennale delle stragi di mafia, era prevista anche la messa in funzione dell’installazione. Dopo alcune ore, come riferito da alcuni passanti, il braccio avrebbe iniziato a vibrare per poi crollare sulla base in cemento ed emettere anche alcuni "strani suoni". Non si sarebbe trattato però di un malfunzionamento ma - spiegano gli organizzatori - di una “performance” programmata, un “percorso emozionale” dell’opera.

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