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Cronaca Marineo

Coronavirus, sarte volontarie confezionano mascherine per proteggere Marineo

E' l'iniziativa di un gruppo di donne che ha deciso di mettere a disposizione la propria arte sartoriale per la collettività. Oltre 1.700 dispositivi sono stati affidati alla Protezione civile e al Comune per la distribuzione fra i cittadini

Un gruppo di sarte per confezionare mascherine da distribuire alla cittadinanza da utilizzare in occasione delle poche uscite consentite durante l’emergenza sanitaria del Coronavirus. Sono oltre 1.700 i dispositivi già prodotti da alcune volontarie di Marineo e consegnate al sindaco così da poterle regalare ai concittadini per la spesa o le altre urgenze. "Venerdì e sabato - scrive il primo cittadino Franco Ribaudo su Facebook - ne consegneremo altre 500”. E con un ultimo sforzo ogni famiglia del comune avrà una o più mascherine riutilizzabili e lavabili da indossare più a tutela degli altri che per difendersi dal contagio.

La pandemia e le ultime restrizioni imposte dal Governo per frenare l’avanzata del Covid-19 hanno costretto gli italiani a cambiare le proprie abitudini. E in molti casi chi aveva e ha una dote, come può essere quella della sartoria, ha deciso di mettersi a disposizione della collettività per dare un piccolo contributo e combattere insieme questa battaglia ancora lunga. Così un gruppo di tredici sarte, riciclando materiali, tagliandoli, cucendoli e applicando gli elastici, ha creato vari modelli colorati e di tessuti diversi da donare a tutti tramite la Protezione civile comunale.

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Nei giorni scorsi il presidente della Regione Nello Musumeci ha recepito l’ultimo decreto del premier Giuseppe Conte firmando l’ordinanza che dispone la riapertura delle cartolibrerie e dei negozi di prodotti per neonati e bambini. Ma anche l’utilizzo obbligatorio delle mascherine "negli esercizi commerciali di vendita e distribuzioni di generi alimentari, anche all’aperto, per gli operatori. Sono tenuti anche all’uso - si legge - di guanti monouso o, in alternativa, al frequente lavaggio delle mani con detergente disinfettante".

Nel territorio del piccolo comune in provincia di Palermo sino ad ora sono stati registrati pochi casi di contagio al virus e il decesso di un'anziana. La donna si trovava nella residenza sanitaria assistenziale di Villafrati, il centro abitato dichiarato "zona rossa" dopo l'eplosione del focolaio. La Procura di Termini Imerese ha avviato un'indagine conoscitiva per chiarire cosa sia accaduto e verificare se vi siano responsabilità in relazione agli oltre 70 tamponi risultati positivi tra ospiti della Rsa e operatori sanitari.

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