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Cronaca Partinico

"Si è suicidato in ospedale con i lacci delle scarpe", "no" all'archiviazione: altri 3 mesi di indagini

Così ha deciso il gip sulla richiesta avanzata dalla Procura in relazione alla morte, nel 2020, di un 54enne ricoverato nel reparto di Psichiatria a Partinico. La famiglia: "Perché non c'era una vigilanza continuativa su un soggetto depresso? Perché non gli hanno tolto le stringhe dalle scarpe"

Perché nessuno gli aveva tolto dalle scarpe i lacci che poi ha utilizzato per suicidarsi? Perché non è stato controllato con più frequenza in virtù del suo stato depressivo? Sono alcune delle domande che si sono poste i familiari di un 54enne di Borgetto trovato morto, a settembre 2020, nel balcone della stanza del reparto di Psichiatria dell’ospedale di Partinico in cui si trovava. La Procura aveva chiesto l’archiviazione ma il gip, accogliendo l'opposizione della famiglia, ha disposto altri tre mesi d’indagine per chiarire alcun punti, in primis chi avesse la responsabilità di togliere i lacci.

A seguire la famiglia e ricostruire la vicenda gli avvocati dello Studio3A: la vittima "lavorava come guardia forestale e che soffriva di depressione", tanto che "il 10 settembre aveva già tentato il suicidio (e non era la prima volta) ma i carabinieri della locale stazione l’avevano fermato in tempo. convincendolo a farsi aiutare dai sanitari del 118 che lo hanno trasportato al pronto soccorso dove, a seguito di consulenza psichiatrica, è stato ricoverato presso l'unità operativa Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, con diagnosi d’ingresso 'tentativo di suicidio in paziente con deflessione timica'. Tutti i medici che l’avevano seguito avevano ben chiarito il quadro clinico, patologico e familiare in capo al paziente".

Dopo il decesso, avvenuto verosimilmente tra mezzanotte e le 3 del 12 settembre di quell'anno per "asfissia meccanica da impiccamente", sono stati fatti alcuni accertamenti che però secondo il gip sarebbero carenti: "Non sono state svolte indagini - scrive il gip nell'ordinanza depositata il 6 dicembre scorso - in relazione alla possibile sussistenza del reato di istigazione al suicidio o di quello di omicidio colposo. L’attività di indagine svolta appare lacunosa anzitutto in relazione allo strumento utilizzato per compiere il fatale gesto. Non è stato accertato come la vittima si sia procurato le stringhe, non è chiaro se fossero le sue o altre, e non è stato verificato se quelle in uso alla vittima siano state rimosse al momento dell’accesso al reparto di Psichiatria".

Il gip ha quindi disposto, accordando tre mesi di tempo al pm, la prosecuzione delle indagini che dovranno individuare il soggetto che avrebbe dovuto rimuovere le stringhe alle scarpe del 54enne al momento dell’accesso, se siano state rimosse, se sia stato o meno predisposto un sistema di vigilanza accurato, se e quali fossero le misure e le cautele presenti nel reparto psichiatrico dirette e impedire o limitare il rischio di eventi analoghi e, in ultima analisi, se sussistano responsabilità penalmente rilevanti in capo ai sanitari che ebbero in cura la vittima anche per un reato diverso da quello per il quale è stato aperto il procedimento, ossia di istigazione o aiuto al suicidio.

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