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Cronaca

"I soldi per i disabili spesi per sè", indagato il presidente dell'Aias

Giorgio Di Rosa è indagato insieme al figlio Antonio per malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata. Avrebbe utilizzato parte dei fondi concessigli dall'Asp come rimborso carburante e pernottamenti in hotel. L'inchiesta è coordinata dal pm Roberto Tartaglia

Giorgio Di Rosa, presidente dell'Aias (associazione italiana assistenza a gli spastici) di Palermo, è indagato insieme al figlio Antonio per malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata. Avrebbe utilizzato parte dei fondi concessigli dall'Asp di Palermo per la propria attività di assistenza ai disabili per fini personali, come rimborso carburante e pernottamenti in hotel con la famiglia. L'inchiesta è coordinata dal pm Roberto Tartaglia. Dopo un’articolata attività d’indagine, i finanzieri del Gruppo di Palermo hanno scoperto che, solo negli ultimi cinque anni Di Rosa, avrebbe utilizzato per fini personali e con la complicità del figlio, circa 600 mila euro di finanziamenti pubblici.

L’Aias è una Onlus nata nel 1954 e dedita all’assistenza di persone portatrici di handicap o disabili, nonché delle loro famiglie. Per svolgere quest'attività riceve finanziamenti pubblici che, nel caso di Palermo, vengono erogati dall’Asp 6 e ammontano a circa 5 milioni di euro per anno.

"Le fiamme gialle - si legge in una nota della Finanza - hanno accertato che le somme distratte sono state utilizzate dagli indagati per sostenere le spese di viaggio dalle rispettive abitazioni, site a Modica (in provincia di Ragusa), fino alla sede dell’associazione nel capoluogo, nonché per pagare parcelle a difensori di fiducia nominati in altro procedimento penale a carico, ovvero per soggiorni in hotel a Palermo, sia degli stessi indagati che di familiari e amici".

Non solo, ma gli indagati avrebbero tratto in inganno il Consiglio di Amministrazione dell’Associazione con riferimento ad un’auto di servizio modello Nissan X- Trail che, immatricolata da un solo anno, è stata “fatta passare” come economicamente non conveniente perché necessitava di continui interventi di assistenza e manutenzione. Ciò ha determinato l’esigenza di procedere all’acquisto di una nuova macchina da parte dell’Aias, mentre quella “vecchia” è stata poi comprata dal Presidente, ovviamente ad un prezzo più basso, e intestata al figlio.

A tutela dell’immagine e del valore sociale conquistato nel tempo dall’Aias, in attesa delle evoluzioni del contesto, la direzione centrale di Roma ha commissariato la sezione di Palermo unitamente a quella di Bagheria che, se pur non ancora operativa, era presieduta dal figlio di Di Rosa.

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