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Investito e ucciso in viale Regione, la perizia: "L'auto andava a 62 chilometri orari, il pedone non ha guardato"

Dall'accertamento disposto dai pm sull'incidente in cui a giugno ha perso la vita Agostino Cardovino di 17 anni emergono altri dettagli sulla dinamica dell'impatto. Il semaforo era rosso per la vittima che "ha attraversato senza controllare alla sua sinistra", ma l'indagata avrebbe dovuto mantenere i 50 all'altezza delle strisce

Dopo la chiusura delle indagini sull'omicidio stradale di Agostino Cardovino, il giovane investito e ucciso mentre attraversava viale Regione Siciliana il 21 giugno scorso, dalla perizia disposta della Procura emergono altri dettagli sulla dinamica dell'incidente. Come aveva anticipato PalermoToday, il semaforo pedonale era rosso, ma dagli accertamenti compiuti dall'ingegnere Maurizio Scolla viene anche fuori che F. C., la ragazza che guidava la Dacia, avrebbe superato i limiti di velocità: per l'esperto sarebbe andata almeno a 62,5 chilometri orari. In quel punto della strada, all'altezza di via Perpignano, il limite è di 50 all'altezza dell'attraversamento pedonale e di 70 subito dopo. Dall'altro lato, però, la vittima non avrebbe "controllato la presenza di veicoli in avvicinamento".

"Le responsabilità dell'indagata e della vittima"

Nelle conclusioni, l'ingegnere incaricato dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Giulia Beux, scrive: "Nel caso in esame, non sono emerse carenze o malfunzionamenti della Dacia che possano aver avuto un ruolo nel causare il sinistro; lo stato dei luoghi e le condizioni del traffico e del tempo erano tali da consentire la guida regolare ed 'adeguata'. Per esclusione, le cause del sinistro non possono che ricercarsi nei comportamenti della conducente della Dacia e del pedone". Il terribile impatto in cui ha perso la vita il diciassettenne, quindi, sarebbe il risultato - secondo l'esperto dell'accusa - di un concorso di colpe. Nella perizia vengono elencate le presunte responsabilità dell'automobilista e della vittima.

"L'eccesso di velocità dell'auto"

L'incidente era avvenuto intorno alle 3.45, su un rettilineo, e la ragazza alla guida dell'auto si era subito fermata per soccorrere Agostino Cardovino. Per lui, però, non c'era stato purtroppo nulla da fare. La scena è stata in buona parte ripresa da una telecamera di sorveglianza. Per quanto riguarda "la conducente della Dacia - scrive l'ingegnere - ha condotto l'auto con una velocità superiore ai 62,50 chilometri orari, in avvicinamento ad un attraversamento pedonale visibile e segnalato, senza controllare adeguatamente la presenza di pedoni nella carreggiata stradale senza compiere tutte le manovre necessarie per mantenere le condizioni di sicurezza".

"Il pedone non ha guardato"

Per quanto riguarda invece "il pedone Cardovino - afferma l'esperto - ha attraversato mantenendo un passo veloce, non di corsa, la qual cosa porta a ritenere che non abbia controllato la presenza di veicoli in avvicinamento dalla sua sinistra e che non abbia percepito la Dacia in avvicinamento, nonostante non vi fossero ostacoli al campo di visibilità".

Le violazione al codice della strada

Secondo l'ingegnere, l'automobilista avrebbe infranto una serie di norme del codice della strada per "non aver regolato la velocità del veicolo per evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone", per "non aver conservato il controllo del proprio veicolo e non essere stata in grado di arrestarsi tempestivamente entro i limiti del suo campo di visibilità dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile", per "non aver regolato la velocità nelle ore notturne", per "non aver ridotto la velocità e occorrendo anche azzerandola in prossimità degli attraversamenti pedonali" e infine "per aver superato il limite massimo di velocità di 50 chilometri orari".

Per quanto attiene invece alle ipotetiche violazioni commesse della vittima "nel codice della strada - sottolinea l'ingegnere - non è presente uno specifico articolo che disponga l'obbligo per il pedone, che utilizzi l'attraversamento pedonale, di controllare la presenza di veicoli la cui marcia possa costituire pericolo la sua persona o per altri soggetti, ma l'articolo 140 'principio informatore della circolazione' dispone che gli utenti della strada devono comportarsi in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale". Per l'ingegnere "nel caso in esame, il pedone era a conoscenza che il semaforo mostrava il 'rosso pedonale' pertanto avrebbe dovuto adottare particolare prudenza nell'attraversamento".

Verso il processo

Le conclusioni della perizia saranno oggetto di confronto con la difesa dell'indagata, rappresentata dagli avvocati Marco Passalacqua e Francesca Modica. In particolare sulla velocità dell'auto che è stata calcolata utilizzando le immagini riprese da una telecamera di sorveglianza puntata proprio sul luogo dell'incidente. Le indagini sono state chiuse alla fine del mese scorso e a breve la Procura chiederà il rinvio a giudizio dell'automobilista.

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