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Giovedì, 28 Marzo 2024
Incidenti stradali

Investì e uccise un ciclista, assolto: "Impossibile evitare l'incidente"

I fatti risalgono al 14 febbraio 2014. Domenico Gino Caruso stava percorrendo viale Regione Siciliana quando venne travolto da un'auto. Secondo il gup il conducente della vettura non ha avuto modo di schivare la bici, che non avrebbe dovuto trovarsi in quel punto

Investì un ciclista e lo uccise, ma il giudice lo assolve dall’accusa di omicidio colposo. Perché, come ha stabilito ieri il gup Lorenzo Matassa, che ha processato con l’abbreviato l’automobilista, Ignazio Neri (difeso dagli avvocati Ettore Barcellona e Francesco Cutraro), quell’incidente sarebbe stato inevitabile e nessuna colpa potrebbe dunque essere attribuita all’imputato. E questo soprattutto perché la vittima, Domenico Gino Caruso, 70 anni, quel giorno – il 14 febbraio del 2014 – stava attraversando con la bici una strada sulla quale non avrebbe neppure potuto transitare: viale Regione Siciliana. La Procura aveva chiesto invece la condanna dell’imputato ad un anno.

L’incidente avvenne in pieno giorno, all’altezza dello svincolo di via Oreto. Neri era sulla sua Seat Ibiza quando, imprevedibilmente, si trovò davanti Caruso sulla sua bici. L’automobilista non ebbe neppure il tempo di frenare, riuscì solo a sterzare, colpendo però la ruota posteriore della bicicletta. Caruso fece un volo e cadde sull’asfalto: dopo qualche ora di coma, morì in ospedale.

La Procura avviò dunque un’indagine per omicidio colposo a carico di Neri. Una consulenza stabilì che l’automobilista avrebbe superato i limiti di velocità, viaggiando a poco meno di 70 chilometri orari, e si ritenne che avesse effettivamente una colpa rispetto alla morte del ciclista. I difensori di Neri affidarono anche loro una consulenza a un esperto che dimostrò non solo che Neri viaggiava a meno di 60 chilometri orari, ma anche e soprattutto che, al di là della velocità, quell’impatto non avrebbe potuto essere evitato in nessun modo.

Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per l’uomo, che ha scelto di essere processato con l’abbreviato. A sua volta il giudice, per chiarire esattamente la dinamica del sinistro, ha disposto un’ulteriore perizia. Che ha portato alle stesse conclusioni di quelle a cui era già giunta la difesa. Da qui l’assoluzione per Neri.

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