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Cronaca

Muore in un incidente stradale a Mestre, risarciti anche i nonni palermitani

Il diritto all'indennizzo è stato accordato ai familiari di Filippo Salamone, nato e vissuto a Palermo ma poi trasferitosi in Veneto dove è morto a 23 anni il 22 agosto 2011. "Rapporto da cui è quindi derivato un intenso legame affettivo"

Anche i nonni hanno il diritto di essere risarciti per la morte del nipote in un incidente stradale e il fatto che non abitino sotto lo stesso tetto, ma a 1.500 chilometri di distanz,a non può costituire a priori motivo d'impedimento. Riaffermando questo principio, il tribunale di Venezia ha condannato una compagnia di assicurazione a liquidare i danni a una coppia di palermitani. Il diritto all'indennizzo è stato accordato ai nonni di Filippo Salamone, nato e vissuto a Palermo ma poi trasferitosi a Mestre dove è morto a 23 anni il 22 agosto 2011 in seguito a un incidente stradale. 

I familiari del giovane, tramite la consulente personale Daniela Vivian, si sono rivolti allo Studio 3A (società che si occupa della valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro) ed è stato chiesto il risarcimento per gli incalcolabili danni patiti. "Salamone - spiegano dallo Studio 3A, che ha seguito il caso - stava percorrendo via Forte Marghera sul suo scooter quando il conducente di una Golf, che procedeva nel senso opposto, verso il parco di San Giuliano, per effettuare un'inversione di marcia ha svoltato a sinistra tagliandogli la strada: un impatto tremendo, che non gli ha lasciato scampo".

"Le indagini e le perizie - spiegano i consulenti - hanno evidenziato inequivocabilmente come l'incidente fosse da attribuirsi unicamente alla scriteriata manovra e dalla mancata precedenza commesse dall'automobilista., che è stato condannato per questo a un anno di reclusione e a un anno di sospensione della patente. Pur non essendo in discussione la dinamica del sinistro e le responsabilità, e pur avendo risarcito in modo soddisfacente i familiari diretti, però, la compagnia si è rifiutata di fare altrettanto con i due nonni di Filippo, che risiedono nel Palermitano, e uno dei quali porta anche lo stesso nome, sostenendo la tesi che nell'ambito del danno non patrimoniale da perdita del congiunto, il rapporto tra nonni e nipoti, per essere rilevante, va ancorato al presupposto della convivenza. Una posizione che Studio 3A ha contestato ritenendola superata, sia dai tempi sia dai più recenti orientamenti della Cassazione, e obiettando che la convivenza non può avere un rilievo decisivo per escludere il pregiudizio subito per la perdita di un congiunto, tanto più in presenza di circostanze che attestino l'esistenza e il perdurare di una concreta affettività del naturale vincolo tra nonno e nipote: nello specifico, era autenticamente profondo il legame tra Filippo e i due nonni che, abitando vicino alla casa dei genitori, l'hanno visto nascere, nel vero senso della parola (erano anche in sala parto), e crescere mantenendo stretti rapporti con lui anche dopo che s'era trasferito a Venezia".

Il giudice Luca Trognacara, della terza sezione civile del tribunale di Venezia, ha dato ragione ai due ricorrenti riaffermando e rafforzando il più recente orientamento giurisprudenziale sul tema “in base al quale – recita la sentenza - è sicuramente ammissibile il titolo risarcitorio in capo ai nonni, a prescindere dal requisito della convivenza, in forza del combinato disposto del vincolo di sangue con il rapporto concretamente tenuto con il nipote, anche in supplenza dei genitori impegnati in attività lavorative e da cui è quindi derivato un intenso legame affettivo che si preserva anche nel passaggio dei discendenti all'età adulta e ad una vita autonoma”. 

Accogliendo le istanze dei ricorrenti, il giudice" ha quindi riconosciuto a ciascuno un'importante cifra a titolo di risarcimento ed ha anche condannato la compagnia a rifondere loro tutte le spese di causa".

“E' una sentenza rilevante anche sul piano giuridico – commenta Ermes Trovò, presidente di Studio 3A -, che prende atto del ruolo ormai imprescindibile dei nonni nella nostra società e delle innovazioni tecnologiche che annullano le distanze fisiche, ma che soprattutto rende giustizia anche a Filippo e Vincenza, che tanto erano attaccati al loro nipote Filippo e per i quali la sua tragica morte è stato un colpo terribile, quasi quanto quello subito dai suoi genitori”.

(Nella foto in basso il luogo dell'incidente)

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