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Cronaca Carini

Investito la notte di Capodanno, dopo 21 anni no dei giudici a risarcimento da 500 mila euro

L'incidente era avvenuto davanti a un ristorante di Villagrazia di Carini il primo gennaio del 2000. La vittima aveva già ottenuto 85 mila euro e poi altri 6 mila dall'automobilista e dall'assicurazione, ma pretendeva altri soldi: le lesioni gli avrebbero creato problemi per svolgere il suo mestiere di pasticciere. La Cassazione ha respinto il ricorso

Il nuovo milennio per lui era iniziato in modo decisamente negativo visto che era stato investito da una macchina a Villagrazia di Carini, mentre usciva da un ristorante in cui era andato a festeggiare proprio il Capodanno del 2000 con amici e parenti. Per quel sinistro, l'uomo chiedeva un risarcimento all'automobilista e alla sua assicurazione di almeno mezzo milione di euro. A 21 anni dai fatti, la sesta sezione civile della Cassazione ha però rigettato definitivamente il suo ricorso.

La vittima dell'incidente aveva già ricevuto in passato 85 mila euro dalla compagnia assicurativa. Una somma che gli era sembrata insufficiente, ritenendo che in seguito alle lesioni riportate avrebbe tra l'altro subito una danno notevole per poter svolgere il suo lavoro di pasticciere, non potendo stare in piedi per molto tempo. Per questo aveva fatto causa all'automobilista e all'assicurazione.
In primo grado il tribunale aveva dato solo parzialmente ragione alla vittima e imposto alle controparti di versare al pasticciere altri 6.823,31 euro. Una decisione che era stata poi confermata dalla Corte d'Appello nel 2019.

In particolare, secondo i giudici, il pedone sarebbe stato corresponsabile al 20 per cento dell'incidente, perché avrebbe attraversato al di fuori delle strisce pedonali. Ma il pasticciere ha deciso di impugnare la sentenza in Cassazione, sostenendo che la Corte avrebbe compiuto diversi errori di valutazione, perché non sarebbe stata tenuta in considerazione la velocità sostenuta dell'auto, che non avrebbe rallentato neppure vicino all'attraversamento pedonale dov'era avvenuto l'incidente e il fatto che la zona, all'uscita del ristorante - affollato per i festeggiamenti quella sera - sarebbe stata anche bene illuminata, grazia alla presenza di diversi negozi.

Il pasticciere, inoltre, rivendicava anche un danno legato alla perdita di chance, perché - anche se lavorava in nero e non avrebbe dimostrato una contrazione del reddito - da una perizia disposta durante il processo sarebbe emersa la sua difficoltà a stare in piedi per tanto tempo, con un'incidenza negativa di circa il 25 per cento per svolgere il suo mestiere.

Il collegio della Suprema Corte, presieduto da Adelaide Amendola, ha ritenuto però innammissibile il ricorso della vittima dell'incidente e ha dunque negato definitivamente il maxirisarcimento.

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