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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Resuttana-San Lorenzo / Via Villa Sofia

Denunciò gli sprechi di Villa Sofia, Tutino: "Ora temo per la mia vita"

Parla a PalermoToday il primario del reparto di chirurgia plastica che ha fatto scattare l'inchiesta della magistratura. "In passato un'attività sommersa: comprato un cacciavite per 5 mila euro e trovato materiale scaduto. Mi sento a rischio, ho chiesto protezione"

Ha denunciato acquisti anomali nel reparto di Chirurgia plastica di Villa Sofia fra cui un cacciavite per la sala operatoria pagato quasi cinque mila euro, ma ora teme per la sua incolumità. Dopo diversi episodi intimidatori seguiti alla denuncia, il primario Matteo Tutino, nominato circa un anno fa, ha chiesto oggi di essere messo sotto protezione al Commissariato di polizia. Ecco l'intervista rilasciata in esclusiva a PalermoToday.

Dottor Tutino, come mai un cacciavite può arrivare a costare 5 mila euro? A che servono queste strumentazioni così sofisticate?
“Si tratta di costi inaccettabili e a maggior ragione, fra l’altro, in questo momento di crisi in cui tutti risparmiamo. Oggi non c’è più disponibilità di soldi come nel passato: non capisco come mai precedentemente alla mia nomina siano stati acquistati dei cacciaviti a dei prezzi così cari quando la stessa ditta fornitrice li cede in comodato d’uso gratuito. I cacciaviti sono accessori e, pur non volendo fare delle polemiche, mi sembra inverosimile un acquisto di questo tipo”.

Lei e la caposala della chirurgia Plastica, Cristina Rappa, avete denunciato più volte delle irregolarità nell’ambito delle forniture di materiale in eccesso. Perché è avvenuto questo?
“La mia opinione in merito è stata espressa nella denuncia. Credo che nel passato esistesse un reparto parallelo o un’attività sommersa a Villa Sofia che poi si è scoperta quando nel mese scorso è morta la paziente che era stata operata a casa dal dottor Francesco Mazzola, dipendente di questo ospedale e poi sospeso. Un’operazione di escarectomia in una paziente diabetica da fare in ambiente sterile e che invece è stata fatta in casa”.

Ma perché parla di attività parallela. Cosa è stato trovato?
“Tra il materiale scaduto c’erano parti monouso di pezzi per osteotomia, strumenti, elettrodi per elettrobisturi, placche e viti ma è stato trovato anche in ambulatorio del materiale che viene utilizzato in medicina estetica e chirurgia estetica fra cui botulino, acido ialuronico e altri elementi che non rientra nelle nostre competenze”.

Inoltre da quando lei è stato assunto, dal 21 gennaio 2013 a gennaio 2014, non è stato necessario ricorrere ad altri ordini. Cosa è cambiato?
“Nel 2013 non c’è stato alcun bisogno di fare ordini di placche e viti. Si opera regolarmente e non c’è stato bisogno di null’altro. Pensi, invece, che in precedenza acquisti del genere venivano fatti a cadenza regolare: ogni due mesi, un vero sperpero. C’è di più: dopo la nomina mi resi conto che non esisteva un registro di carico e scarico dei materiali. Quindi non si era realmente a conoscenza di quanto si acquistava, quanto si aveva in deposito e quello che veniva usato. L’uso regolare del registro è stato fatto dopo il mese di febbraio”.
 
A luglio scorso lei trovò la serratura della porta del suo ufficio bloccata con l'attak. Come ha recepito questo episodio?
“In questo ospedale io ho subito una vera e propria intimidazione di stampo mafioso. Lo shock è stato unico e indescrivibile. A questo episodio ne sono seguiti degli altri: diversi piccoli ‘avvertimenti’ che ora mi fanno temere seriamente per la mia vita. Fra gli altri ho subito il furto di una macchina vecchia di 5 anni in un periodo particolare. Un giorno dovevo venire in reparto e tutti gli ascensori che portavano al IV piano, dove lavoro, erano tutti rotti. E tanti altri sabotaggi vari che mi mettono in allarme. Sono preoccupato”.

Come immagina il futuro a Villa Sofia?
“Il futuro lo vedo molto nero. Oggi ho chiesto al commissario di aumentare la sorveglianza in reparto e in tutta l’area dell’ospedale. Temo il peggio”.

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