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Cronaca Terrasini

"La Vulcanello fu riverniciata", svolta nelle indagini sull'affondamento della Nuova Iside

Ad ordinare l'intervento nei giorni successivi al presunto scontro tra le due imbarcazioni sarebbe stato l'armatore, che ora è indagato per frode processuale e favoreggiamento. Secondo la Procura, sarebbero stati così nascosti i segni di una collisione

Sarebbe stata riverniciata la petroliera Vulcanello, quando già era stata aperta l'inchiesta della Procura per cercare di capire se si fosse scontrata con il peschereccio Nuova Iside, affondato il 13 maggio nelle acque di San Vito Lo Capo, provocando la morte dei tre membri dell'equipaggio, Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono (il cui corpo non è mai stato ritrovato). L'ipotesi del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Vincenzo Amico è che il rappresentante della società armatrice dell'imbarcazione, la "Augusta Due srl", Raffaele Brullo, abbia ordinato una "sovra-pitturazione dell'opera morta dello scafo", cioè della parte che si trova al di sopra della linea di galleggiamento, per "mutare artificiosamente lo stato dei luoghi". Brullo è per questo indagato sia per frode processuale che per favoreggiamento.

A scoprire la presunta riverniciatura della petroliera sono stati i consulenti nominati dai pubblici ministeri, che avevano avuto proprio l'incarico di verificare se sulla Vulcanello potessero esservi dei segni riconducibili ad una collisione con la Nuova Iside. L'intervento sulla petroliera sarebbe stato compiuto tra il 22 ed il 27 maggio, mentre la nave si trovava lungo la tratta Vibo Valentia-Augusta, dove poi era stata sequestrata. Rispetto alle immagini riprese dalla polizia calabrese il 21 maggio, infatti, l'opera morta dello scafo apparirebbe ripulita nei giorni successivi. E' per questo che la Procura ha chiesto un incidente probatorio, che ora il gip Piergiorgio Morosini ha accolto.

In particolare, il perito dovrà accertare - una volta rimosso lo strato di vernice sovrapposto - in che condizioni fosse l'opera morta dello scafo della petroliera al momento dell'affondamento della Nuova Iside e dovrà anche stabilire la causa e la natura dei segni di strisciate visibili nelle riprese eseguite il 21 maggio in Calabria. Infine, dovrà chiarire se questi segni siano compatibili o meno con l'impatto tra la petroliera e il peschereccio. Si tratta quindi di un accertamento decisivo per l'inchiesta.

Oltre all'armatore Brullo, originario della provincia di Catanzaro, sotto inchiesta per naufragio, omicidio colposo e omissione di soccorso sono finiti il comandante della Vulcanello, il napoletano Gioacchino Costagliola, il timoniere romeno, Mihai Jorascu, e il Terzo sottufficiale di coperta, Giuseppe Caratozzolo, di Palmi (Reggio Calabria). L'incarico per gli accertamenti sarà affidato il 20 - come disposto dal giudice per le indagini preliminari - a Giorgio Barbagelata, consulente tecnico del tribunale di Genova.
 

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